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CREMONA. INCHIESTA DELLA PROCURA

Fondi sottratti, tutto nato a giugno da una segnalazione su bonifici sospetti

Nelle carte spunta don Mangili, presidente della Eco Company. Indagati Renato Crotti e altre due persone

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

21 Luglio 2020 - 09:59

Fondi sottratti, tutto nato a giugno da una segnalazione su bonifici sospetti

CREMONA (21 luglio 2020) - Nelle cinque pagine di decreto di perquisizione, il sostituto procuratore, Ilaria Prette , spiega la genesi dell’indagine choc, nella quale spunta anche un sacerdote: è don Alberto Mangili, prete ciellino, presidente della cooperativa Eco Company.
È andata così. L’11 giugno scorso, la Guardia di Finanza deposita in Procura una annotazione relativa ad una segnalazione di «operazioni sospette». Riguarda «alcuni bonifici disposti dalla locale Onlus Uniti Per la Provincia di Cremona», onlus costituita nel marzo scorso «per raccogliere fondi da destinare alle strutture ospedaliere durante l’emergenza sanitaria. I bonifici sono a favore di «tale Bozzoli Cristiano, titolare di una impresa individuale di vendita di stufe e caldaie, la New Syriousus».
Nel decreto, il pm Prette osserva che sul conto corrente acceso presso la Banca Intesa San Paolo di Codogno (Lodi) intestato alla New Syriousus di Bozzoli Cristiano vengono accreditati due bonifici bancari per un totale di 28.060 euro disposti dalla Onlus Uniti per la Provincia di Cremona». Il primo è di 9.760 euro; causale ‘saldo fattura n.20/2020’. Il secondo è di 18.300 euro: causale ‘saldo fattura n.25/2020’.
All’Intesa San Paolo si accorgono che qualcosa non va. «Stante l’evidente anomalia tra le finalità dell’associazione e l’attività svolta da Bozzoli (installazione caldaie) — scrive il pm — l’Istituto di credito richiedeva al cliente ragguagli in merito alle operazioni nonché l’esibizione delle fatture indicate nelle causali dei bonifici». In proposito, Bozzoli «forniva esclusivamente la copia del secondo documento fiscale, dell’importo di 18.300 euro, riportante, come causale, ‘preparazione e consegna a domicilio di numero 750 pasti caldi serviti dal 10 al 31 aprile ai soggetti da voi indicati’». Lo stesso Bozzoli, però ammette che «le consegne dei piatti caldi in realtà non sono mai avvenute e che l’operazione rappresentava il frutto di un accordo con un amico legato all’associazione, secondo cui egli avrebbe restituito in contanti gli importi fatturati, dopo aver trattenuto il margine concordato, oltre all’Iva da scaricare». Nel decreto si parla di «ulteriori anomalie» emerse. E cioè che «dagli estratti conto di Cristiano Bozzoli sono emersi «reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri (accesi in Bulgaria e Gran Bretagna) intestati a Mazzetti, gestore di locali notturni e, dal 10 febbraio scorso, titolare di un’attività «quale procacciatore d’affari di vari prodotti senza prevalenza».
Precisa il pm che Mazzetti «è la stessa persona che, come accertato dall’Unità di Informazione Finanziaria, ha ricevuto da ‘Uniti per la Provincia di Cremona’ il pagamento di 31.720 euro, accreditati su un conto corrente bulgaro acceso presso Icard». Ed ancora. «Dato il profilo di Mazzetti, gestore di bar e discoteche, attualmente sottoposto a procedura fallimentare, pare, dunque, del tutto infondato ritenere che anche il pagamento effettuato dalla Uniti per la Provincia di Cremona a suo favore non corrisponda ad alcuna prestazione effettivamente resa da Mazzetti».
Secondo la Procura, le fatture emesse da Bozzoli e Mazzetti sono «false» e costituiscono «un escamotage per appropriarsi del denaro raccolto dalla Onlus durante l’emergenza sanitaria». La Guardia di Finanza risale a Renato Crotti. «Il dominus dell’associazione, uomo di fiducia cui il presidente della onlus Arvedi Giovanni, ha evidentemente affidato la gestione dell’iniziativa».
Chi indaga mette i telefonini sotto controllo. E nell’inchiesta spunta don Mangili. Le Fiamme gialle ascoltano le telefonate tra Crotti e il prete, dalle quali «emerge la disponibilità del sacerdote a concordare false giustificazioni delle distrazioni di denaro, in ispecie a simulare che sia stata la cooperativa da lui gestita a beneficiare della somministrazione di ‘pasti caldi’ forniti da Bozzoli». Don Mangili non sa neanche chi sia Bozzoli, non lo ha mai visto. Non lo conosce. Ma «in base agli accordi con Crotti, dovrebbe indicare, qualora richiesto, come un nominativo da lui suggerito alla Onlus». In particolare, «Crotti ricorda in più occasioni a Mangili, nel caso di interessamento da parte di terzi, di attenersi a quanto riportato in un documento scritto in possesso di quest’ultimo». E quel documento ieri è stato sequestrato dalle Fiamme gialle. L’indagine non è finita.

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