L'ANALISI
14 Luglio 2020 - 06:40
Luca Alini con tuta protettiva e mascherina
CREMONA (14 luglio 2020) - #iostoconluca: è con questo hashtag che i colleghi di Luca Alini stanno cercando di arginare l’odio che si è scatenato sul web contro l’infermiere cremonese, impiegato nel reparto di Pneumologia del Maggiore, autore del post diventato nei giorni scorsi virale. Uno sfogo notturno scritto da un operatore sanitario che di fronte a nuovi malati Covid descrive con umana preoccupazione la situazione e lancia un monito a non abbassare la guardia. Oltre 5 mila le condivisioni prima degli attacchi e prima che Luca lo rendesse da pubblico a privato (e dunque visibile solo ai suoi amici) per cercare di limitare l’ondata degli haters: insulti, offese e anche, purtroppo, minacce di morte. Perché? Perché secondo gli odiatori del web, Luca avrebbe provocato allarme «a scopo politico». E infatti molti, chissà perché, collegano la sua esternazione all’annuncio del premier Conte sull’estensione dello stato di emergenza. Altri, invece, lo accusano di aver fatto quel post per sostenere gli interessi delle case farmaceutiche. Nei commenti si legge di tutto e il contrario di tutto. In una escalation di toni e rancore via via più preoccupante. Tanto che, di fronte alla tempesta mediatica scatenata sui social, sulla pagina del Movimento Nazionale Infermieri di Cremona — la stessa dalla quale è partita l’iniziativa della manifestazione di protesta della categoria lo scorso giugno — molti colleghi si sono mossi correndo in suo soccorso e lanciando una mobilitazione sul web alla quale stanno aderendo in tanti.
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