L'ANALISI
14 Luglio 2020 - 06:54
CREMONA (14 luglio 2020) - «La preoccupazione c’è. E credo sia comprensibile dopo quanto abbiamo vissuto». Antonio Coluccello è primario del reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Maggiore, dove tre giorni fa è stato ricoverato un nuovo paziente Covid in gravi condizioni. Uno dei pazienti arrivati da Viadana, in provincia di Mantova dove è stato localizzato uno dei nuovi focolai d’Italia. Ha 63 anni, è intubato e le sue condizioni sono stazionarie. Si sta tentando il tutto per tutto, lì dove il suono del ventilatore ha ricominciato a ronzare dopo tre settimane senza più casi. «Ovviamente non si possono paragonare i numeri di allora a quelli di oggi – sottolinea il dirigente medico – . Nei periodi peggiori, siamo arrivati a gestire 52 persone, tutte con compromissioni respiratorie gravi, bisognose di cure intensive e di respirazione assistita. Oggi ce n’è una soltanto, ma anche questo uno fa paura: la preoccupazione che tutto possa ricominciare innegabilmente esiste fra gli operatori». Ma è anche vero che occorre guardare il lato positivo: come ad esempio, l’esperienza maturata sul campo.
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