L'ANALISI
CORONAVIRUS. LA RIPARTENZA
08 Luglio 2020 - 06:29
CREMONA (8 luglio 2020) - In pensione dopo quarant’anni all’ospedale Maggiore e venti da primario del reparto di Genetica, Pietro Cavalli, genetista di fama internazionale, non poteva sottrarsi al confronto sul futuro del ‘suo’ nosocomio. Con tre punti ben a fuoco: perché siamo arrivati al punto in cui la struttura, più giovane di molte altre in Lombardia, ha bisogno di costosi interventi di manutenzione? Costruiamo pure un nuovo ospedale, ma poi come verrà riempito, con quali servizi per il territorio? E perché i medici non sono coinvolti in questa decisione pubblica?
Cavalli affronta il tema dei servizi a cui la nuova struttura dovrebbe essere funzionale, con un monito: definiamoli prima di costruire l’edificio. «Già, perché il nuovo ospedale, non potrà né dovrà essere un contenitore vuoto: il problema vero è con cosa riempirlo, con quali reparti, con quali specializzazioni, in quale contesto. Soprattutto dovrà essere inserito in un progetto più ampio, coinvolgente le altre strutture ospedaliere dell’Ats Valpadana e tutta la medicina territoriale. Forse a qualcuno sfugge che gli eventuali fondi regionali non cadono dal cielo, ma sono i quattrini delle comunità e dei cittadini lombardi. Usiamoli bene, come bene erano stati usati quando, negli anni ’60, fu costruito quello che per adesso è ancora l’ospedale della nostra città».
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