L'ANALISI
19 Giugno 2020 - 06:21
CREMONA (19 giugno 2020) - Gli ospedali stanno tornando Covid-free: si riappropriano della normalità spazzata via dall’epidemia. Parafrasando le parole del dottor Alberto Zangrillo: clinicamente, il virus nelle corsie sembra essere stato debellato. Anche a Cremona, uno dei territori più devastati, sono pochi i pazienti Covid ricoverati al Maggiore, mentre l’Oglio Po è stato bonificato. Ma si può dire lo stesso anche sul resto del territorio? Qui, le sentinelle, come le ha definite Beppe Severgnini in un recente articolo sul Corriere della Sera, si chiamano medici di famiglia. In provincia sono 225, suddivisi nei tre distretti che fanno capo a Cremona (102), a Crema (97) e a Casalmaggiore (26). Pochi rispetto alla popolazione, ma risorsa preziosa per la sanità di prossimità. Gli specialisti della cronicità e della presa in carico globale dei pazienti e delle loro famiglie dai loro ambulatori dicono che il peggio sembra essere passato: meno contagi e soprattutto meno casi gravi. Ci si cura a casa più facilmente e in studio, al quale si accede ancora solo su appuntamento e seguendo un protocollo stringente di filtraggio. Ma si inizia a vedere il ritorno dei primi pazienti cronici, che chiedono un consulto per pressione alta, diabete o cattiva digestione. Quiete apparente. Vietato abbassare la guardia. Perché i medici di medicina generale non scordano di aver pagato il tributo più alto di fronte alla pandemia. Molti sono stati contagiati, alcuni hanno perso la vita. Sono loro la vera trincea, non ancora abbandonata che vorrebbero vedere trasformarsi in un baluardo di difesa più solido prima dell’arrivo della seconda ondata: «Ora non lasciateci soli».
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