L'ANALISI
27 Maggio 2020 - 06:21
I medici Pan, Bosio, Coluccello
CREMONA (27 maggio 2020) - Il “caso movida” lascia le piazze del divertimento e irrompe nelle corsie dell’ospedale Maggiore, fino a qualche giorno fa palcoscenico sul quale il Covid-19 si agitava, raccontando tutta la sua potente pericolosità. Qui, non si fa festa, nessun happy hour: si resta con la guardia alta. E si lancia un monito: «Così non va, ci sono stati mille morti». A dirlo sono tre primari, medici che insieme alle proprie equipe hanno affrontato a distanza ravvicinata il nemico invisibile: Angelo Pan, direttore degli Infettivi, Giancarlo Bosio, a capo di Pneumolgia e Antonio Coluccello, alla guida della terapia Intensiva. Amarezza e anche un po’ di rabbia nel vedere certe immagini e comportamenti che potrebbero mettere a rischio tre mesi di lockdown e restrizioni, ma soprattutto 90 giorni di inferno passati a dichiarare decessi di centinaia di persone e a strapparne alla morte altrettante. «I ventilatori che abbiamo stoccato in una stanza sono pronti: non vogliamo usarli, ma se si esagera il rischio di tornare indietro esiste - afferma Coluccello - Abbiamo visto tutti cosa è accaduto, purtroppo le persone dimenticano in fretta. Ma dalla storia bisogna imparare: quindi la parola d’ordine è cautela». Gli scienziati avrebbero assodato che il virus non si sia modificato: se la sua presenza sembra attenuarsi sarebbe piuttosto il risultato positivo delle misure di contenimento adottate. Ora, basta il minimo errore per disperdere ogni sacrificio.
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