L'ANALISI
21 Maggio 2020 - 06:20
PERSICO DOSIMO (21 maggio 2020) - Due ricoveri, sette tamponi positivi, la quarantena che si dilata e la guarigione che si allontana. Oggi sono tre mesi esatti da quando Manuel Lazzarini e il Covid-19 si sono incontrati. Novantuno giorni. Gran parte dei quali trascorsi in ospedale e il resto tra le mura di casa a Persichello. Solo martedì sera è arrivata la notizia tanto attesa: doppio tampone negativo. Ufficialmente guarito. «Ed è stata una liberazione». Manuel, 44 anni, una compagna e due figli di 8 e 13 anni, è un sopravvissuto. Anche se lui fa fatica ad accettarlo: «L’idea di essere stato in pericolo di vita non riesco proprio a metabolizzarla». Manuel, fisico da nuotatore e donatore Avis, non è l’identikit della vittima prediletta dal virus. Anzi. Ma su di lui il morbo ha avuto un effetto devastante: «Il primo ricovero è avvenuto il primo marzo: non respiravo più e la Tac ha evidenziato una brutta polmonite da Covid. È allora che ho rischiato di essere intubato». La terapia intensiva l’ha evitata solo per un soffio: «Mi avevano dato da mangiare a cena e quindi non si poteva procedere». Il 17 marzo è stato dimesso, ma ancora non stava bene «Arrivato a casa ho avuto una crisi respiratoria. Così il 19 marzo sono tornato al Maggiore e ci sono rimasto fino al primo aprile».
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