L'ANALISI
20 Maggio 2020 - 06:38
CREMONA (20 maggio 2020) - Li chiama guerrieri. Ma soprattutto, amici. I medici del reparto di Pneumologia dell’Ospedale Maggiore per Maurizio Miglioli, per tutti Mauro, sono soprattutto questo: persone che si sono prese cura di lui, non dimenticandolo, solo, nella tempesta che tutti stavano affrontando. «Perché si sono schierati da subito in prima linea con grande coraggio, dedizione, non lasciando indietro nemmeno un 'ferito', non trascurando niente e nessuno». Soprattutto i più deboli, come lui. Per questo, ora, dopo che la tempesta sembra acquietarsi, ha voluto pubblicamente ringraziarli con una lettera. Maurizio è un malato di Sla. Gliel’hanno diagnostica nel 2013, quando aveva 50 anni. Per i Miglioli, l’arrivo della pandemia non ha cambiato molto la routine quotidiana «Viviamo in quarantena da anni ormai - dicono trovando quasi la forza di scherzare -. Il disagio maggiore è stato rinunciare alle tante persone che vengono a trovarci abitualmente e che sono per noi linfa vitale». Ma tra queste assenze fanno eccezione i medici: «Quando abbiamo dovuto effettuare il cambio della cannula e le varie medicazioni, Maurizio preferiva venire in ospedale - racconta Marida - per lui è come uscire dalla monotonia, è quasi un momento di allegria: la pneumologia di Cremona in questi anni è diventata per noi una seconda famiglia». Ma il Covid ha tolto loro anche questo diversivo: per tutelarlo, ed evitare qualsiasi rischio, l’équipe medica è andata regolarmente a casa loro a Robecco d’Oglio una volta al mese.
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