L'ANALISI
15 Maggio 2020 - 14:08
MILANO (15 maggio 2020) - Si chiude con la proposta di compensazione delle spese legali e la rinuncia a procedere a giudizio da parte di alcuni centri massaggi cinesi a Milano, la vicenda che ha visto Regione Lombardia citata in causa per il regolamento dei centri per il benessere, definito dai ricorrenti discriminatorio. Lo comunica Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale. Il TAR, con sentenza depositata lo scorso 11 marzo, aveva già respinto il ricorso avverso il regolamento regionale 1/2018, stabilendo che non esiste alcuna discriminazione. "Il fatto risale allo scorso anno - ricorda l'assessore - quando quattro titolari di centri massaggi cinesi hanno fatto ricorso per una multa di 5.000 mila euro. Nel ricorso, oltre ad evidenziare dubbi sulla liceità del regolamento, le titolari avevano riportato anche delle mie dichiarazioni con le quali asserivo che dietro alcune di queste attività si celava il racket della prostituzione. Il 'fumus persecutionis', secondo loro, presente nel regolamento, è stato corroborato da una lettera che ho voluto recapitare ai Comandi delle Polizie locali lombarde con la quale invitavo, in seguito all'approvazione del regolamento regionale, ad incrementare i controlli nei centri massaggi". "Regione Lombardia è sempre stata convinta del proprio operato - conclude De Corato - con quella legge, quanto mai attuale oggi che prevedeva una serie di norme volte anche alla sanificazione dei locali ha, infatti, semplicemente voluto tutelare la categoria dei centri per il benessere, discriminati, invece, da chi dietro quelle attività cela ben altro".
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