L'ANALISI
15 Maggio 2020 - 08:06
PIEVE SAN GIACOMO (15 maggio 2020) - «Noi tatuatori siamo stati dimenticati. Rientriamo nella categoria di estetisti e parrucchieri anche se abbiamo specifiche molto diverse e soprattutto delle norme sanitarie da rispettare molto più stringenti. Le spese restano e se non si riparte subito diversi studi rischiano la chiusura». È lo sfogo del 32enne Cristian Bonatelli, bresciano di origini ma residente a Pieve d’Olmi e tatuatore con il suo studio Mercante d’arte a Pieve San Giacomo. Artista che durante questo periodo di lockdown dovuto al Covid-19 ha comunque voluto mandare un messaggio di speranza realizzando un disegno dedicato a tutti gli operatori sanitari dell’ospedale Maggiore di Cremona.
Oltre ai mancati introiti derivanti dal periodo di chiusura, il 32enne pone l’attenzione anche sulla differenza tra i costi delle attrezzature precedenti e quelli attuali. «Prima non si faceva caso a questi dispositivi di protezione individuale, ora sempre più difficili da trovare. Servono 2 o 3 paio di guanti a preparazione, lo stesso numero mentre si tatua e se una scatola di guanti prima costava 10 euro, adesso ne costa 25. Prima trovati 50 mascherine a 7 euro, ora si va sui 20 euro. Stessa cosa per gli aghi, prima 8 euro a cartuccia e ora si è passati a 14 euro. Quindi i prezzi sono saliti di circa il 50% ma noi tatuatori non possiamo aumentare in questa proporzione il costo di un tatuaggio perché altrimenti perdi la clientela. Anche perché bisogna tener presente che il tatuaggio è una cosa in più, un qualcosa di personale che fai volentieri ma se ci sono difficoltà economiche devi rinunciare. Ho già ricontattato molti clienti e tanti mi hanno risposto: ‘Ho perso il lavoro’ o ‘Sto aspettando la cassa integrazione’. A cascata il danno economico che si è abbattuto sulle persone poi ricade anche su di noi».
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