L'ANALISI
10 Maggio 2020 - 07:19
CREMONA (10 maggio 2020) - Un grazie «alla Ong Samaritan’s Purse per l’opera di soccorso sanitario prestata alla città di Cremona». E un grazie anche al governo slovacco «per l’aiuto umanitario deliberato in data 14 aprile 2020 e comunicato ufficialmente al ministro Di Maio il 15 aprile». Aiuto umanitario destinato all’Ospedale Maggiore di Cremona che però l’ha rifiutato: «Grazie, ma siamo già a posto».
Finora coperto dalla riservatezza caratteristica dei canali diplomatici, ‘l’affaire slovacco’ è venuto alla luce ieri con una lettera della Federazione dei diplomatici e Consoli Esteri in Italia, «rappresentata in Lombardia dal Delegato Grande Ufficiale Emanuele Bettini». Nel documento inviato al nostro giornale Bettini spiega che l’aiuto di Bratislava «consisteva tra l’altro nell’offerta all’ospedale di Cremona dell’invio di 20 medici slovacchi specializzati nel contagio di Coronavirus-Sars, 40 ventilatori alternativi che sarebbero poi stati donati all’ospedale, l’organizzazione di un transfer di 5 o 6 pazienti gravi verso un ospedale specializzato in Slovacchia per le cure del caso. Il trasferimento dei pazienti sarebbe avvenuto con un aereo militare modello Spartan. Successivamente sono stati anche proposti ventilatori polmonari ad alta frequenza. Nel caso le autorità italiane avessero confermato l'interesse per tali dispositivi, essi avrebbero potuto far parte degli aiuti umanitari slovacchi indirizzati anche a Cremona».
Ma quegli aiuti a Cremona non sono mai arrivati. E, anzi, dopo il «no, grazie» dell’ospedale Maggiore sono stati proposti anche alla nuova struttura della Fiera a Milano, ma anche in quel caso l’offerta sarebbe stata lasciata cadere.
«L’offerta — spiega Rossi — è arrivata troppo tardi. Il 15 aprile avevano già superato la fase critica per quanto riguarda il personale. I rinforzi non servivano più. E anche i respiratori erano arrivati dalla Regione in quantità adeguata. Capiamoci: se l’offerta fosse arrivata il 15 marzo avrei stappato lo champagne, ma il 15 aprile il meccanismo regionale era ormai ben oliato. Ricordo che il 17 marzo era arrivato l’ospedale dei Samaritani con 10 posti di Terapia intensiva e 60 altri letti. Noi comunque non siamo mai stati avvisati attraverso i canali istituzionali di questa offerta che è arrivata in maniera farraginosa e fuori tempo massimo».
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