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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus: in Lombardia +50% arresti cardiaci

A Cremona si è registrato un +143%. Analisi sull'area sud della regione durante l’emergenza

Daniele Duchi

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30 Aprile 2020 - 12:03

Coronavirus: in Lombardia +50% arresti cardiaci

MILANO (30 aprile 2020) - Sono 362 i casi di arresto cardiaco verificatisi al di fuori dell’ospedale in una vasta area della Lombardia durante le prime settimane dell’emergenza Coronavirus, contro i 229 del 2019: oltre il 50% in più. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica «The new England Journal of Medicine"; la ricerca porta anche la firma del direttore della Cardiologia del San Matteo di Pavia, Luigi Oltrona Visconti, e del cardiologo Simone Savastano dell’ospedale pavese (nonché «principal investigator» del Registro degli arresti cardiaci extraospedalieri in Lombardia).

Lo studio parte da un’analisi dei dati relativi alla parte sud della regione: Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. In particolare, sono stati confrontati gli arresti cardiaci extraospedalieri avvenuti in queste quattro province durante i primi 40 giorni dell’epidemia di Covid-19 (dal 21 febbraio al 31 marzo 2020) con quelli verificatisi durante lo stesso periodo dell’anno precedente. Gli aumenti di arresti cardiaci sono considerevoli: 58% in più per tutto il territorio analizzato; ancora più drammatico per le zone più colpite dalla pandemia, ovvero Lodi (+187%) e Cremona (+143%).

«I numeri sono davvero impressionanti - sottolinea Simone Savastano -. Abbiamo scoperto che c'è stato un aumento in tutto il territorio analizzato e questo può essere dovuto a molte cause. Tuttavia, secondo noi, il Covid-19 gioca un ruolo importante perché è emerso che circa il 70 per cento delle persone colpite da arresto cardiaco, nei giorni precedenti, aveva manifestato sintomi sospetti per Covid-19, come febbre, tosse, dispnea, oppure, aveva già una diagnosi accertata». «Molte possono essere le cause - aggiunge Luigi Oltrona Visconti - probabilmente è l’espressione anche del fatto che tante persone a casa hanno sottovalutato i sintomi e ritardato la chiamata ai soccorsi». «Il sistema di emergenza territoriale, nonostante il considerevole aumento di chiamate e di casi di arresto cardiaco, ha risposto adeguatamente - spiega Alessandra Palo, coautrice del lavoro e responsabile del 118 della provincia di Pavia -. I cittadini non devono temere di attivare i soccorsi».

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