L'ANALISI
30 Aprile 2020 - 07:38
SORESINA (30 aprile 2020) - Un’odissea lunga due mesi e non ancora terminata. Otto tamponi positivi, una nonna stroncata in due giorni dal Covid, un padre guarito dopo lungo ricovero ospedaliero e una madre, ex paziente oncologica, alla quale nessuno, nonostante le ripetute e accorate richieste, ha mai eseguito un tampone. Cesare Di Feo, 24enne impiegato soresinese, osserva il mondo da una stanza dallo scorso primo marzo. Ma, come spiega lui stesso, il primo contatto col virus è ancora più datato: «Mio papà si è ammalato il 26 febbraio, data in cui anche per me è scattata la quarantena. Quattro giorni dopo, ho accusato i primi sintomi: febbre alta, assenza di sapori e odori, tosse secca, senso di oppressione al petto, e difficoltà respiratorie. Da lì è iniziato il calvario dei tamponi».
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