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EMERGENZA SANITARIA

Il Covid non è un killer. Così si può controllare

Farmaci sperimentali e maggiore conoscenza: neutralizzabile se preso in tempo. Stabile: "L'eparina può spegnere la tempesta innescata dall'infezione e la terapia porta a risultati importanti"

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

24 Aprile 2020 - 07:52

STabile

Il primario Marco Stabile

CREMONA (24 aprile 2020) - Nel giorno del suo compleanno numero 59, ieri, la notizia rilanciata, il 21 aprile, su Internet da Cityweek Napoli, rimbalzata sui social (per ora non bollata come fake), la prende un po’ come un regalo. Soprattutto, «mi offre degli spunti». Gli spunti, li offre a Marco Stabile, di Cremona, primario di Chirurgia plastica all’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), primo medico, in Italia, ad aver utilizzato, con successo, l’eparina sia per ‘spegnere’ l’infiammazione polmonare, sia perché l’eparina evita il formarsi di trombi, visto che si è poi scoperto, che il Coronavirus non è «solo una sindrome respiratoria, ma anche una coagulazione intravasale del sistema circolatorio, in particolare a livello polmonare».

Questo è il punto. La notizia-regalo è confezionato in un articolo a firma di Peppe Papa. Scrive: «La causa della patologia polmonare che va sotto il nome di polmonite interstiziale è dovuta allo svilupparsi di una coagulopatia innescata dal virus che provoca trombi venosi, i quali impediscono l’arrivo di ossigeno ai polmoni». Non lo afferma Papa, ma, « un cardiologo del reparto di Cardiologia dell’istituto Beato Matteo di Vigevano che ha diffuso la notizia con un post su Facebook in un gruppo chiuso di medici». «La gente, in pratica, va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata soprattutto polmonare. Se così fosse – sottolinea il cardiologo – non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve. Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio. Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità».

«È quello che abbiamo sostenuto qui a Castel San Giovanni», dice il primario Stabile. «Ci sono due fasi. La prima viremica, in cui il virus nel sangue va dove vuole e, poi, la tempesta citochinica, cioè una iper infiammazione che genera micro trombi per danno vasculistico diffuso e, a livello polmonare, la chiusura dei piccoli vasi impedisce al sangue di raccogliere l’ossigeno che viene introdotto con la respirazione». Quindi, «l’eparina a dosaggi scoagulanti ha due effetti: spegne la tempesta citichinica, abbassandone i valori sieromatici e, poi, rende meno coagulabile il sangue, quindi previene i trombi e quelli già formati li scioglie».

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