L'ANALISI
22 Aprile 2020 - 06:42
Matteo Casoni
CREMONA (22 aprile 2020) - L’imminente avvio della «fase 2» getta nell’ansia i pendolari cremonesi. E un interrogativo agita il countdown verso il ritorno sui luoghi di lavoro: come potrà essere garantito il rispetto delle misure di distanziamento sociale? Non solo i vagoni sono stracolmi in condizioni ordinarie, ma il numero delle corse è stato drasticamente ridimensionato da Trenord dopo l’esplosione dell’emergenza epidemiologica. I comitati dei pendolari e dei viaggiatori della Lombardia insorgono chiedendo che «la capacità offerta sui mezzi di trasporto pubblico sia coerente con le ipotesi che circolano di scaglionamento degli ingressi e di estensione dell’arco lavorativo», si legge in una nota firmata dalle principali organizzazioni regionali, tra cui InOrario, il comitato dei pendolari della linea ferroviaria Mantova-Cremona-Milano. «Realisticamente sui treni ci verrà chiesto di occupare un posto ogni quattro – riflette il portavoce, Matteo Casoni –. Secondo le nostre stime, però, riprenderà a viaggiare almeno il 40 per cento dei pendolari. Una quantità sufficiente a mandare in crisi il sistema ferroviario».
Casoni e gli altri portavoce dei comitati lanciano perciò un appello esplicito a Regione Lombardia: «Siamo la voce dell’ultimo miglio, ascoltiamo quotidianamente i nostri rappresentati, ne raccogliamo le speranze ma anche le legittime paure. Come rappresentanti dei viaggiatori lombardi, sappiamo e vogliamo dire la nostra».
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