L'ANALISI
17 Aprile 2020 - 06:59
CREMONA (17 aprile 2020) - Il Po non è mai stato così pulito, giura chi ben conosce le rive e le golene del Grande Fiume. Sulla superficie del Padus non ci si può certo specchiare – non ancora, almeno – ma di sicuro le acque hanno perduto più di un tono scuro per guadagnare qualche punto di brillantezza, forse persino di trasparenza. «Non c’è dubbio, chi frequenta abitualmente il fiume si è reso facilmente conto del netto miglioramento della qualità dell’acqua – conferma Maurilio Segalini, presidente della Bissolati e uomo guida della Assocanottieri –. D’altra parte la cosa non sorprende, alla luce del gran numero di attività ferme, che solitamente scaricano nel fiume in maniera più o meno lecita». Il concetto è quello già verificato, anche in forme più eclatanti, in numerosi angoli del globo dopo l’entrata in vigore del lockdown: dove l’uomo si ritira, la natura avanza. Nel caso di Cremona è soprattutto l’ambiente fluviale a scrollarsi di dosso il grigiore per farsi più bello, con il verde petrolio del Po che si è schiarito trascolorando gli umori melmosi delle acque.
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