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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus: Gallera, test siero sarà con prelievo di sangue

L'assessore regionale: "I cittadini fanno il loro dovere, ci vuole forse uno sforzo in più. A Milano serve mappatura più stringente"

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

14 Aprile 2020 - 09:51

Coronavirus: Gallera, test siero sarà con prelievo di sangue

MILANO (14 aprile 20209 - «Questo test si fa con il prelievo del sangue, non con la gocciolina, e ha lo scopo di evidenziare se gli anticorpi sono immunizzanti, cioè se hanno bloccato e soffocato il virus». Lo ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, parlando dei test sierologici che partiranno dal 21 aprile in Lombardia. «E' un test non rapidissimo ma che ci consente di raddoppiare i numeri che abbiamo. Inizieremo in maniera selettiva dagli operatori sanitari e dai cittadini che devono rientrare al lavoro, ventimila al giorno tra virologici e sierologici, poi speriamo di aumentare i numeri» ha detto Gallera a Mattino Cinque. «Se arrivassero dei sierologici più affidabili e anche veloci - ha assicurato Gallera - noi saremo i primi ad adottarli. Capisco i cittadini che ci chiedono 'fateci esami in maniera massivà e noi realmente lo vorremmo fare. Purtroppo tutti gli scienziati ci dicono che questi test con la gocciolina di sangue per ora non hanno un valore diagnostico, lo dice il Ministero, l'Istituto superiore di sanità e i nostri scienziati».

Milano «è una città dove probabilmente una serie di relazioni, di movimenti che ci sono perché la gente lavora, una città densamente popolata, questo porta quella curva a scendere ma non maniera così decisa e netta come ci aspettavamo e auspicavamo». «La situazione - ha detto comunque Gallera - è molto diversa da quella di prima in Regione e a Milano la pressione sui pronto soccorso è molto contenuta. I cittadini sicuramente stanno facendo il loro dovere, ci vuole forse uno sforzo in più e poi una mappatura sul territorio sempre più stringente che è quella che stiamo cercando di mettere in campo».

Il Coronavirus è «un virus cattivo che crea problemi soprattutto alle categorie più fragili. Questo è il dramma che stiamo vivendo. Oggi i dati sono fortunatamente in miglioramento, ma tante sono ancora le persone nei nostri ospedali, la pressione sulle terapie intensive si riduce ma sono comunque ancora piene». «Peraltro - ha detto Gallera - tutti ci dicono che le persone che usciranno o sono uscite dalla terapie intensive hanno bisogno di un lungo periodo di riabilitazione e probabilmente manterranno cicatrici sui polmoni e altre problematiche per tutta la vita». Dunque, ha aggiunto, queste persone «andranno seguite. Ci riconvertiremo tutti, da ora in poi ci dovranno essere le massime precauzioni per tutti in fase di triage, avere più spazi per le riabilitazioni polmonari, capire i bisogni a domicilio e che cronicità si stanno andando a creare». Per l'assessore, inoltre, sarà necessario investire di più «sulla medicina del territorio e avere norme che ci aiutino a sdoganare la telemedicina, che sarà strategica».

«La Lombardia è stata l’epicentro di questa epidemia. Si sono ridotte drasticamente le previsioni più nefaste grazie al distanziamento sociale. I dati che avevamo i primi giorni, se non avessimo adottato alcuna misura, erano agghiaccianti». «Il fatto che la gente abbia fatto questo grosso sacrificio è servito tantissimo. Dobbiamo ricominciare però in maniera graduale - ha detto Gallera - con tutti i meccanismi anti-contagio, mascherine i guanti e quant'altro. Allora qualche giorno in più per preparasi è necessario. La strategia per ripartire è riattivare le attività produttive e commerciali nella massima sicurezza».

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