L'ANALISI
03 Aprile 2020 - 13:03
CREMONA (3 aprile 2020) - «Ora forse c'è un modestissimo calo, ma è meglio non dirlo». È molto cauto Antonio Coluccello, responsabile della Terapia intensiva dell’ospedale di Cremona. Fra i segnali positivi ci sono «un medico di 44 anni che opera sul territorio, appena estubato dopo due giorni di ventilazione meccanica», e poi il 18enne Mattia che «ha avuto un recupero eccezionale ed è stato trasferito nel reparto di pneumologia». Dove questa mattina ha potuto fare colazione e sentire al telefono la mamma, come spiegano fonti vicine alla famiglia. «Ha superato alla grande lo scoglio della terapia intensiva: sono sicuro che ce la farà senza avere ancora bisogno di noi - dice all’ANSA Coluccello -. È il più giovane che abbiamo visto in Terapia intensiva a Cremona, è un nostro figlio adottivo: è giovanissimo e soprattutto non ha patologie. Siamo terrorizzati dai pazienti con patologie di accompagnamento, come diabete, ipertensione o obesità, che spesso rendono vane le nostre cure». Il primario sottolinea che «questo virus non guarda in faccia nessuno. Siamo parte di uno studio, che darà risultati fra qualche mese o anno, per indagare l’aspetto genetico dei pazienti. Può dirci perché ha colpito Mattia e non altri diciottenni. Sicuramente ci sarà una spiegazione ma la scienza non la conosce ancora». Di fronte al «modestissimo calo» nel flusso di ricoveri, Coluccello non si illude, né vorrebbe esprimersi sul dibattito lontano dagli ospedali sulla ripresa del campionato di calcio. "Io sono anche medico sportivo ma ora le preoccupazioni ora sono altre. Non do giudizi ma forse si possono immaginare. Scusi - taglia corto - ora c'è un’emergenza, la saluto».
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