L'ANALISI
03 Aprile 2020 - 07:58
Rosemarie e Travis Diener
MEQUON/STATI UNITI (3 aprile 2020) - «Ho appena finito di preparare la ‘pizza della nonna’ con i bambini. Come state? Mi manca già Cremona». Le parole sono quelle della moglie di Travis Diener (playmaker e lieder della Vanoli Basket), Rosemarie. Il suo è un italiano perfetto: «Travis è timido, ma lo capisce e lo parla pure un po’...».
Una madre, una donna, da sempre impegnata nel sociale negli Usa come in Italia. E se l’ospedale da campo dei Samaritan’s Purse è arrivato a Cremona il merito è anche suo. «Non mi voglio dare crediti che non ho. In questa situazione di emergenza ho dato solo un piccolo contributo. Gli eroi sono loro. Non certo io».
I Samaritan’s sono ovviamente americani e Rosemerie è stata fondamentale non solo come traduttrice. «In questa associazione c’è il fratello di nostro cognato. Loro sono impegnati tutto l’anno in giro per il mondo per le popolazioni che hanno un’esigenza vitale. Il loro ospedale da campo stava partendo per il Sudan, poi hanno visto che la situazione Coronavirus in Italia era drammatica. Sapendo che io conosco bene questo paese mi ha contattato e sono stata felice di poter dare una mano. In ballo c’erano Bergamo e Cremona, ma alla fine io potevo essere un ottimo ponte vivendo sul posto. Potevo dare delle indicazioni a livello logistico. Attraverso le conoscenze e la società Vanoli ci siamo mossi per capire quali potessero essere le strutture ricettive, dove appoggiarsi la notte, come muoversi all’interno di una piccola città, come procurarsi il cibo. Io mi sono data da fare solamente con qualche telefonata. Ho tradotto le esigenze in operazioni concrete. Ho cercato di dare una mano e sono felice che la scelta alla fine sia caduta proprio su Cremona. Attualmente sento quali sono le piccole esigenze e mi muovo per risolverle quando è possibile. Un’operazione in banca, piuttosto che un problema con le schede telefoniche».
Non è un momento facile per Cremona.
«Lo so e devo dire che mi spiace tantissimo. Questo è un problema che coinvolge tutto il mondo e anche da noi si fa sentire. Certo, a Cremona la situazione è più complicata. Io la considero casa mia e spero di poter tornare presto. Spero che tutto piano piano possa tornare alla normalità».
I Samaritan’s stanno dando un contributo importante.
«Sono un gruppo organizzato e pronto alle emergenze. Fanno del bene. Tra qualche giorno sarà a Cremona anche il nostro parente. Sta aspettando che gli venga sostituito il permesso di lavoro che aveva già pronto per il Sudan».
L'INTERVISTA INTEGRALE SU LA PROVINCIA DI VENERDI' 3 APRILE 2020
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