L'ANALISI
03 Aprile 2020 - 07:06
CREMONA (3 aprile 2020) - Fronte sempre caldissimo quello delle case di riposo. E i temi che più animano il dibattito rimangono i soliti: la profilassi da eseguire su ospiti e operatori e l’opportunità o meno di creare poli Covid all’interno delle varie strutture. La linea di Arsac, l’organismo che raggruppa le trenta Rsa dislocate sul territorio provinciale, rimane quella del ‘No, grazie. Non in questo momento’. E a ribadire il concetto è il presidente Walter Montini: «Alcune residenze hanno operato una scelta diversa, ovvero quella di accogliere le persone dimesse dai reparti acuti degli ospedali. Si tratta però di poche eccezioni, Ostiano, Castelleone e Crema, tutte strutture che dispongono di un’ala o comunque di una palazzina isolata dal resto del complesso in cui poter ospitare i pazienti Covid senza rischiare di diffondere il contagio negli altri reparti. Per le altre case di riposo, vale il principio formulato sin dall’inizio dell’emergenza in risposta al progetto della Regione: in questo momento non esiste la possibilità di accogliere pazienti esterni senza compromettere la salute di chi già risiede negli istituti, sia per un problema di spazi sia per la carenza di personale».
Linea condivisa anche dai sindacati, che proprio ieri sono tornati alla carica facendo pressione su Ats Valpadana e chiedendo un incontro per ricevere chiarimenti in merito su vari punti, tra i quali anche l’effettuazione dei tamponi agli anziani e alle condizioni di sicurezza del personale.
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