L'ANALISI
20 Marzo 2020 - 11:18
CREMONA (20 marzo 2020) - La Lombardia ha mostrato una forza di resistenza aldilà dell’umano». Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, alla cerimonia di dedicazione dell’ospedale da campo donato dalla Ong Usa Samaritan's Purse installato davanti all’ospedale di Cremona. Gallera ha ricordato che è trascorso una anno dal primo caso di coronavirus scoperto in Lombardia e «dal quel momento si è scoperta - ha detto - una fragilità che è di tutti, oggi i pazienti sono moltissimi non si riesce neanche quasi a contarli, ma anche una grande capacità di reazione».
«Deve scendere la curva» dei contagi e «le misure di contenimento i risultati li danno: a Lodi, a Codogno si è azzerato il contagio, quando si chiude una zona e la gente non esce, il risultato lo si ottiene», ha spiegato Gallera in collegamento dall’ospedale da campo di Cremona su La7. «Noi oggi stiamo vedendo risultati di otto giorni fa, speriamo che l’atteggiamento responsabile dia i frutti, noi li vedremo tra 5-6 giorni. Se riusciamo a resistere in maniera ancora più rigida sono sicuro che tra 10-15 giorni la curva scende in maniera importante», ha concluso Gallera.
«Sarà per noi un grande aiuto perché perché sono autosufficienti e noi oltre ad essere pieni non abbiamo più risorse per assistere pazienti così impegnativi": lo ha spiegato Rosario Canino direttore sanitario dellla Asst di Cremona riferendosi all’ospedale da campo donato dalla Ong statunitense Samaritan's Pursee, una delle zone più colpite dall’emergenza coronavirus. L’ospedale, ha aggiunto, dovrebbe essere operativo in giornata con il trasferimento dei primi pazienti Covid-19.
«La situazione nella nostra rianimazione è drammatica. È da un mese che vivo in ospedale come tutti noi». Lo ha detto Antonio Cuzzoli, direttore del dipartimento di urgenza ed emergenza dell’ospedale di Cremona parlando a margine della cerimonia di «dedication» alla città dell’ospedale da campo donato dalla ong statunitense Samaritan's Purse per far fronte all’emergenza Coronavirus in una delle zone più colpite d’Italia. «Ce la faremo ancora per poco - ha aggiunto - la terapia intensiva ha triplicato il lavoro e il pronto soccorso con la medicina d’urgenza soffrono per l’alto numero di pazienti e la loro gravità clinica». Il primario ha spiegato che «l'età media si è abbassata di molto. Vediamo trentenni con un quadro di elevata criticità, vediamo giovani ammalarsi in modo importante».
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