L'ANALISI
EMERGENZA SANITARIA
16 Marzo 2020 - 07:48
CREMONA (16 marzo 2020) - Il volto stanco con un accenno di sorriso di Elisa Pizzera, infermiera dell’Unità di Terapie Intensive dell’Asst di Cremona, sulla pagina Facebook della sorella Elena, ben rappresenta la forza della gentilezza di chi nel silenzio e con determinazione lavora all’ospedale cittadino. «Lavoro in ospedale da ventisette anni. Da dodici sono nel reparto di Terapie Intensive e posso garantire che una situazione così drammatica non l’ho mai vissuta. Tutto è iniziato il 20 febbraio scorso, quando a Cremona sono arrivati i primi casi di Coronavirus. Nel giro di 48 ore siamo stati letteralmente travolti da questo ciclone. Ci siamo dovuti riorganizzare, in pochissimo tempo, come tutto il resto dell’ospedale. Nel mio reparto ad esempio siamo passati da otto postazioni a 25. Questo per poter accogliere i pazienti positivi al tampone e bisognosi di supporto ventilatorio».
Cosa la colpisce di più di ciò che vede in reparto? «Ciò che più mi addolora in questa situazione, è vedere i pazienti soli, senza familiari vicino. Per sicurezza igienico sanitaria i pazienti non possono ricevere alcuna visita. Tutto questo è molto triste e ingiusto. Noi siamo abituati alla presenza costante dei famigliari, perché, in situazioni normali, la nostra è una rianimazione aperta dove i parenti possono stare accanto ai propri cari 24 ore su 24, fa parte della cura. La mancanza dei famigliari è una condizione inumana, sia per il paziente che per i parenti, anche nel momento più delicato, che è quello della morte, quando si verifica».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris