L'ANALISI
CREMONA, PROCESSO JULIETTE
29 Marzo 2016 - 20:05
L'ingresso del Juliette 96 di via Mantova
CREMONA - Al Juliette può lavorare dalle otto del mattino alle otto di sera. Ma dalle otto di sera alle otto del mattino non può metterci piede, perché per il pm Francesco Messina vi è il rischio che nelle ore notturne possa reiterare i «gravi reati». Da qui il parere non favorevole espresso dal pm all’istanza di revocare la misura dell’obbligo di dimora a Gianluca Pizzi, titolare, con il cugino Marco Pizzi, del locale dei vip di via Mantova. L’istanza, sui cui il tribunale si è riservato di decidere, è stata presentata oggi dai difensori di Gianluca Pizzi all’udienza numero tre del processo (giudizio immediato) a carico anche di Marco Pizzi, accusato con il cugino di aver organizzato per i clienti che lo richiedevano, serate di cocaina e sesso a pagamento con le escort.
"La misura cautelare attuale dell’obbligo di dimora è afflittiva" hanno detto al presidente Maria Stella Leone e ai giudici Francesco Sora ed Elisa Mombelli, gli avvocati Massimo Nicoli e Giacomo Nodari, legali di Gianluca Pizzi.
Sempre stamattina il collegio giudicante ha conferito l’incarico al consulente del tribunale Giovanni Pirinoli che dovrà provvedere alla trascrizione delle 1200 intercettazioni telefoniche e qualcuna ambientale.
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