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PANDINO

«Mia sorella disabile ‘indesiderata’
Non volevano entrasse in piscina»

Il racconto dei familiari, affidato a una lettera, finisce in consiglio comunale

Stefano Sagrestano

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

17 Ottobre 2015 - 11:12

«Mia sorella disabile ‘indesiderata’Non volevano entrasse in piscina»

L’esterno della piscina di Pandino

PANDINO — La direttrice del centro natatorio Blu Pandino avrebbe ostacolato l’ingresso nell’impianto di una invalida civile al 100%, accompagnata da badante e sorella: solo in un secondo momento, e dopo una discussione a voce alta nell’atrio d’ingresso, la donna e le accompagnatrici avrebbero potuto accedere agli spogliatoi e alle vasche. La denuncia arriva dai familiari dell’invalida: è contenuta in una lettera scritta ad inizio settembre, ma venuta alla luce solo ora per iniziativa del consiglieri di minoranza di lista ‘per Pandino’ Francesca Sau e Federico Bondioli. La missiva era stata indirizzata al sindaco Maria Luise Polig e al presidente del consiglio d’amministrazione dell’Azienda speciale multiservizi del Comune Bruno Garatti: Blu Pandino dipende infatti da Asm. Nel testo viene sottolineato che la donna con disabilità ha sempre frequentato impianti natatori nei dintorni. La lettera prosegue raccontando che la direttrice «aveva manifestato l’intenzione di negare l’ingresso alla sorella già il giorno prima, in quanto, data la malattia, riteneva l’invalida pericolosa e quindi in grado di creare delle problematiche ai presenti, affermando che era una persona non desiderata. Ciò nonostante la donna, l’indomani, accompagnata dalla badante e dalla sorella, si era presentata in reception. La direttrice aveva iniziato a sbraitare e inveire contro di loro incurante delle persone nei pressi». La missiva cita una frase che la responsabile avrebbe pronunciato: ‘Qui comando io e decido io, il resto non mi interessa’. Nelle successive due domeniche — il fatto denunciato dai familiari risale al luglio scorso — l’invalida ha poi frequentato nuovamente la piscina senza più incontrare la direttrice. «E’ evidente che così non si può più andare avanti — commenta Sau —: l’impianto natatorio comunale deve cambiare registro e diventare effettivamente un punto di convergenza tra servizi e cittadino e non una struttura gestita in maniera del tutto personale, cosa che ne limita la fruibilità».

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Commenti all'articolo

  • stev67

    09 Novembre 2015 - 18:47

    Caro Davide ma cosa stai dicendo , pretendere troppo dagli altri ? Qui non pretende niente nessuno , ma si chiede solo di essere trattati come gli altri, e purtroppo ti assicuro che più persone sono state rifiutate in malo modo anche solo per lievi disabilità da questa direttrice incapace e insensibile

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  • davide sacchetti

    19 Ottobre 2015 - 09:09

    Questa è la versione dei familiari, bisognerebbe udire quella della direttrice1 da invalido, che pratica sport, dico che noi invalidi dobbiamo prendere atto dei nostri limiti e non pretendere troppo da noi stessi e soprattutto dagli altri.

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  • Bianca

    17 Ottobre 2015 - 12:57

    La direttrice è già stata rimossa?

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