L'ANALISI
20 Luglio 2015 - 10:31
Il recupero delle reti illegali nel Po
CAORSO/MONTICELLI — Almeno dieci quintali di pesce liberato in tre giorni dalle reti di pescatori di nazionalità romena che stanno letteralmente svuotando il Po, con regolare licenza di pesca, ma con modalità non consentite. E’ allerta sul Grande Fiume nel tratto compreso fra Roncarolo di Caorso e San Nazzaro di Monticelli (oltre che sull’opposta sponda lodigiana) dove un gruppo di pescatori stranieri, provenienti da Rovigo, sta facendo incetta di carpe e siluri calando reti che coprono fino a un chilometro. A notarli per primi sono stati i caorsani del circolo ‘La Tana’ di Roncarolo, nella notte fra giovedì e venerdì, e a fermare le operazioni sono state le guardie di Arci Pesca ed Enal Pesca. I volontari si sono divisi e hanno tentato di raggiungere le barche dei romeni, ma non è stato facile avvicinarli: hanno tentato di scappare più volte via fiume, ma alla fine i guardiapesca sono riusciti a fermare tre dei sette avvistati. Le loro reti, con all’interno diversi quintali di pesce, non erano segnalate in modo corretto né riportavano la piombatura con la provincia di residenza. Dunque scatteranno sanzioni di competenze delle amministrazioni provinciali di Lodi e Piacenza. I romeni identificati avevano, sulla sponda lombarda, un grande furgone frigorifero che serviva appunto per conservare il pesce. Il giorno successivo i guardiapesca hanno trovato altre reti e tramagli nei pressi dell’Oasi de Pinedo e anche in quel caso hanno liberato i pesci e sequestrato il materiale. Infine nella notte fra sabato e ieri altro raid: «Abbiamo trovato reti che complessivamente coprivano circa un chilometro — spiegano i guardiapesca volontari — e abbiamo liberato diversi quintali di pesce. Anche in questo caso abbiamo verbalizzato le irregolarità, sequestrato reti e gommone». Da sottolineare che dal 15 luglio, su disposizione della Regione Emilia Romagna in seguito a una richiesta avanzata nelle scorse settimane dai consiglieri Pd, le sanzioni volte al contrasto della pesca di frodo sono raddoppiate e sono scattati provvedimenti molto più rigidi come il sequestro amministrativo di natanti e autoveicoli. Stando a quanto riferito dai piacentini che ogni giorno vivono il fiume, altre reti di grandi proporzioni sono state calate una settimana fa, sempre nelle ore notturne, fra Caselle Landi e San Nazzaro. Sono in corso indagini per capire dove finiscono questi grandi quantitativi di pesce, intanto i volontari restano sull’attenti e l’allerta si sta spostando anche nelle province vicine (ad esempio a Pavia) dove sono scattate operazioni simili.
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