L'ANALISI
22 Maggio 2015 - 12:12
CREMONA - I pm di Milano hanno chiuso le indagini su Simona Mariani, dg dell’ospedale di Cremona, e altri dirigenti della sanità lombarda in merito al presunto ‘giro di mazzette’ che avrebbe caratterizzato l’acquisto, anche al Maggiore, dell’acceleratore lineare Vero. Mariani è inquisita per ‘corruzione’ e ‘turbativa d’asta’.
In particolare, stando almeno alle carte dell’accusa, Mariani, che difesa dall’avvocato Davide Steccanella si dice «assolutamente serena», avrebbe ricevuto dall’imprenditore Lo Presti «gioielli (si riferisce di due orologi) in cambio di un trattamento preferenziale» nei confronti della sua azienda. Formigoni, invece, «avrebbe accettato la promessa della somma complessiva di 900mila euro» in relazione a due forniture dell’apparecchiatura diagnostica all’ospedale di Cremona e all’Istituto dei Tumori (non andò in porto), «dandosi da fare — sempre secondo l’accusa — per sbloccare gli stanziamenti regionali nel 2012».
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