L'ANALISI
08 Maggio 2015 - 16:20
Via Mantova presidiata dopo l'aggressione a Emilio Visigalli
CREMONA - Resta a domiciliari, ma può recarsi al lavoro Gianluca Galli, il presidente di CasaPound, poligrafico di professione, accusato di tentato omicidio ai danni di Emilio Visigalli, il militante del centro sociale Dordoni preso a sprangate, calci e pugni, e finto in coma all'ospedale il 18 gennaio scorso durante la rissa scoppiata sul piazzale di via Mantova tra estremisti di destra e antagonisti. Il gip, Pierpaolo a Beluzzi, ha accolto l'istanza presentata dall'avvocato Vanessa Bonaiti di Bergamo.
Il parapiglia era scoppiato dopo la fine del derby Cremonese-Mantova (1-1). Secondo la ricostruzione compiuta dalla polizia grazie ai filmati, alle intercettazioni e alle testimonianze raccolte, al termine della partita gli esponenti di CasaPound, in compagnia delle mogli e delle fidanzate, avevano raggiunto il bar Matisse, loro luogo di ritrovo. Nel ritornare poi al parcheggio del piazzale di via Mantova, per l'accusa erano stati attaccati dagli antagonisti armati di spranghe. Durante la rissa, Visigalli era stato aggredito. Motivo degli scontri? Tre adesivi che gli esponenti di CasaPound avevano attaccato sui muri del Dordoni. L'indagine era culminata negli arresti di sedici persone: nove militanti di CasaPound e sette del Dordoni, tra i quali lo stesso Visigalli. Il gip Beluzzi aveva accolto le richieste di arresto formulate dal sostituto procuratore, Laura Patelli. In particolare, in carcere erano finiti gli estremisti di destra, Galli e Guido Taietti, e gli antagonisti Michele Arena e Alberto Birzi.
Tutti gli altri indagati erano stati ristretti ai domiciliari, misura poi revocata dopo gli interrogatori di garanzia. A tutt'oggi il solo ai domiciliari e'Galli, che ora potrà recarsi al lavoro.
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