L'ANALISI
15 Febbraio 2015 - 11:00
CREMONA - Fermate per strada con la scusa di un’informazione toponomastica. Poi una serie di domande riguardanti il lavoro e il futuro, presentate, a un tratto, come quesiti relativi a una ricerca statistica. Una sorta di modulo da riempire. Tutto concluso con la richiesta di una firma, presentata come necessaria per la gestione delle informazioni e dei dati forniti, sulla base di quel che prevede la legge sulla privacy. Peccato che quella firma è apposta, in realtà, su un contratto che obbliga chi l’ha siglato ad acquistare materiale audiovisivo per 2.400 euro. E che in più di un caso, alla consegna del materiale (trascorsi i dieci giorni del diritto di recesso) segue anche la richiesta di una firma in calce a un documento che attesta la conformità di quanto ordinato a quanto consegnato. Un tranello in piena regola quello nel quale sono cadute una dozzina di ragazze cremonesi alcune delle quali, nei giorni scorsi, si sono rivolte alla sede cremonese dell’Unione nazionale consumatori.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris