L'ANALISI
16 Dicembre 2014 - 10:37
L'edicola di porta Venezia, angolo viale Trento e Trieste a Cremona
CREMONA - L’edicola di porta Venezia, quella vicino al semaforo all'angolo con viale Trento e Trieste, è chiusa da qualche tempo. Ma ora rischia di fare una brutta fine. Infatti, da lunedì 15 dicembre, c’è l’ordine di rimozione.
Il titolare, Andrea Bellini, che gestisce anche l’edicola di porta Romana, però, da qualche giorno ha trovato un acquirente, che sarebbe pronto a rilevarla e, ovviamente, a riaprirla. «Quando è stata chiusa — spiega Bellini — ho restituito la licenza, che ora rivorrei, perché sono in grado di riavviare l’esercizio. In tempi di crisi mi sembrerebbe anche una buona notizia. Invece, alla faccia delle liberalizzazioni, il Comune mi ha detto no. Il motivo? Non lo so».
La risposta — chiara — è arrivata dall’amministrazione, che spiega: «E’ stato firmato oggi l’ordine di rimozione, entro sette giorni, dell’edicola di piazza della Libertà, 1 (angolo viale Trento e Trieste). Considerati la morosità da parte del titolare (già proprietario di altra edicola in città), gli anni di inattività, il cattivo stato di manutenzione della struttura collocata su suolo pubblico in una delle porte di accesso alla città e in prossimità di una pista ciclabile, la giunta ha deciso di non rilasciare una nuova concessione Osap (Occupazione suolo aree pubbliche), revocata già nel dicembre 2013 con l’intimazione alla rimozione. In questo tempo, il titolare incurante dei numerosi solleciti e contatti con gli uffici, non ha provveduto ad adempiere a quanto previsto dalla normativa».
Poi il riferimento alla piazza. «Considerato che il servizio di vendita dei giornali è garantito da un altra edicola collocata a pochi metri di distanza, accertata la morosità e per il decoro della zona, è stato rinnovato al titolare l’ordine di rimuovere la struttura entro sette giorni dalla ricezione della lettera. Se ciò non sarà fatto, si procederà alla rimozione d’ufficio. In questo caso, il costo della rimozione e custodia della struttura (come previsto nell'atto di revoca della concessione) sarà addebitato al titolare».
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