SOS ACQUA
17 Ottobre 2014 - 11:47
Un barcone della speranza
CREMONA - Si chiama ‘tavolo asilo’: in pratica è un luogo permanente di dialogo, confronto e coordinamento di tutte le realtà impegnate a diverso titolo nell’accoglienza e nell’assistenza dei profughi (in termine tecnico ‘richiedenti e titolari di protezione internazionale’).
Il ‘tavolo asilo’ è istituito presso la prefettura e potrà essere riunito anche in via d’urgenza, in relazione a situazioni impreviste o imprevedibili connesse al massiccio arrivo di migranti sul territorio. Con la logica distinzione fra una fase di prima accoglienza e una fase di seconda accoglienza ed integrazione, costruendo un sistema territoriale che possa consentire il passaggio da una fase all’altra senza soluzione di continuità.
Il ‘protocollo d’intesa per l’accoglienza’ tra prefettura, Provincia e Comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore, Asl e Caritas Cremonese è stato presentato ieri mattina in San Vitale, presenti numerosi sindaci del territorio, dal prefetto Paola Picciafuochi, affiancata dal capo di gabinetto Beaumont Bortone. Il prefetto ha insistito sulla necessità che i Comuni capo distretto «si impegnino ad istituire, nei rispettivi ambiti, organi di coordinamento tecnico-operativo per individuare le strutture pubbliche o private idonee ad assicurare l’accoglienza nel proprio territorio e a pianificare gli interventi necessari per l’accompagnamento e i successivi percorsi di integrazione». In particolare «le strutture d’accoglienza che saranno individuate dovranno essere oggetto di una mappatura che gli stessi comuni dovranno predisporre».
Piena adesione è venuta, per il comune di Cremona, dagli assessori Mauro Platè e Rosita Viola, che hanno ricordato, tra l’altro, la positiva collaborazione con la Casa dell’Accoglienza e con la Caritas, individuati quali strutture idonee per la prima accoglienza territoriale. Ma il protocollo chiarisce che la permanenza nelle strutture deputate per tale fase si dovrà limitare al tempo necessario per la formalizzazione della domanda d’asilo e, quindi, in generale, per una durata non superiore ai 60 giorni. In verità i tempi sono molto più lunghi per la lentezza della commissione milanese. Sempre il protocollo prevede che il Comune di Cremona, ente titolare del progetto di accoglienza Sprar, supporti le azioni di monitoraggio dei progetti di accoglienza attivati’; che la Provincia promuova iniziative per favorire l’occupabilità e l’inserimento lavorativo; che la prefettura si impegna a svolgere funzione di coordinamento con le forze di polizia per le procedure necessarie all’identificazione e al fotosegnalamento dei migranti nonché all’inoltro delle domande di asilo. Bisognerà informare e attivare la forze dell’ordine su situazioni di criticità e di ordine e sicurezza pubblica legate all’accoglienza dei migrati. Infine, l’Asl si impegna ad assicurare l’assistenza sanitaria specifica e a procedere ai controlli sanitari, garantendo i servizi di base e rapportandosi con il personale dei Comuni coinvolti e i gestori delle strutture di accoglienza.
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