L'ANALISI
09 Ottobre 2014 - 10:33
Francesco Persico mostra la corrispondenza arrivata ‘all’improvviso’
VAILATE — Circa un mese fa aveva tolto la corrispondenza dalla sua cassetta della posta. Poi, più nulla fino a mezzogiorno e mezza di martedì, quando ha ricevuto, tutte assieme, venti lettere e tre riviste, molte delle quali non recenti. Il caso di Francesco Persico, artigiano residente in via Tanzi Montebello, è solo uno dei tanti esempi dei disservizi nella consegna della corrispondenza di cui si stanno rendendo protagoniste le Poste negli ultimi tempi nelle vie di Vailate esterne alla zona del centro storico dove, al contrario, la situazione appare regolare.
Persico, titolare di una ditta di idraulica, è letteralmente imbufalito, anche perché non è la prima volta che gli capitano questi periodi di buio assoluto nella consegna della corrispondenza, con tutte le conseguenze che ne derivano.
«Martedì alle 12.30 — racconta Persico — ho aperto la cassetta della posta ed ho trovato dentro tre riviste, due delle quali di settore datate settembre ed un’altra datata giugno, più una bolletta dell’acqua speditami da Padania Acqua, una bolletta della Telecom e numerose ricevute bancarie e fatture inviatemi dai miei fornitori, tutta roba inerente la mia attività che io devo registrare». Una ventina di lettere in totale; Persico ne aspettava alcune da giorni, invano.
«Quando mi arriva la ricevuta bancaria — continua l’artigiano — io avallo il pagamento da parte della banca stessa ai miei fornitori. Se però a casa non mi si consegna la posta tutto questo non può avvenire. Fortuna che dalla banca, per una forma di cortesia nei miei confronti, mi avvertono, altrimenti si verificherebbe un insoluto, cosa che determina un mancato pagamento al quale si può rimediare in un secondo momento solo facendo un bonifico, quindi perdendo tempo ed aumentando le spese. Senza contare il rischio di interruzione della fornitura di materiali».
Anche le azioni del Comune volte ad un miglioramento della situazione non hanno dato particolari effetti. «Nonostante i nostri appelli — spiega l’assessore all’Urbanistica Pierangelo Cofferati — la situazione non è cambiata. Gli esposti che presentiamo vengono archiviati, perché la procura non ritiene che possano essere inquadrati nell’interruzione di pubblico servizio. Abbiamo anche scomodato i carabinieri e la prefettura, senza esito. Non sappiamo più che altro fare».
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