Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA

«Case dell’acqua, una presa in giro»

Studio di Albatros: uguale a quella che scende dai rubinetti ma il costo per il cittadino è 40 volte superiore

maria grazia teschi

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

08 Agosto 2014 - 12:20

«Case dell’acqua, una presa in giro»

La ‘casa dell’acqua’ di via Bramante a Crema

CREMA - «Offrono la stessa qualità del rubinetto di casa, ma ad un costo quaranta volte superiore: invece di spendere soldi nel costruirle, si migliorino le tubature degli acquedotti al fine di ridurre le ingenti perdite esistenti, che nel centro storico di Crema superano addirittura il 40%». Le case dell’acqua vanno di traverso ad Albatros. Mentre in tutto il Cremasco i distributori automatici spuntano come funghi, l’associazione di Spino d’Adda specializzata in studi sul territorio pubblica un report che ridimensiona notevolmente la portata benefica delle strutture. Non è una bocciatura vera e propria, perché «le casette — sostiene Albatros — sono un’ottima pubblicità per l’acqua pubblica», ma il bicchiere è comunque mezzo vuoto. Per due ragioni fondamentali. Primo, la qualità sarebbe paragonabile a quella del rubinetto di casa: «Numerosi esperti, a partire da quelli della rivista specializzata ‘Altroconsumo’ — spiega Albatros — hanno confrontato le analisi dell’acqua proveniente da dieci casette in zone diverse d’Italia e quella di altrettante fontanelle pubbliche vicine, dunque con acqua uguale a quella del rubinetto di casa. Ebbene, il risultato è sorprendente: non vi è quasi nessuna differenza, anche se teoricamente l’acqua delle casette dovrebbe essere migliore grazie agli ulteriori trattamenti cui è sottoposta.
La buona notizia è che in tutti i campioni prelevati, sia dalle casette sia dalle fontanelle, i risultati delle analisi sono buoni: questo significa che gli acquedotti svolgono bene il loro lavoro. La cattiva notizia, dati alla mano, è che le case dell’acqua sono un servizio ingannevole». E oltretutto più caro: «I distributori richiedono 4 centesimi di euro al litro — sottolinea Antonio Milanesi, presidente dell’associazione —, 40 volte più di quanto costa l’acqua di casa. Ad una famiglia di tre persone basterebbe aprire il proprio rubinetto per risparmiare in media 500 euro all’anno». Albatros mette in dubbio anche altri presunti vantaggi delle casette. Su tutti quello ambientale: «Le ridotte emissioni in atmosfera causate dai trasporti delle acque minerali su e giù per l’Italia — si legge nel report — vengono compensate dalle migliaia di persone che si recano in automobile a fare la scorta di qualcosa che hanno in casa». 
Anche la comodità del servizio viene messa in discussione: «L’acqua prelevata dalle casette deve essere consumata al massimo entro due giorni — sottolinea Albatros — perché le bottiglie o caraffe riutilizzate non sono sterili». Quindi l’interrogativo: «Non sarebbe meglio mettere in atto un piano di azione teso ad evitare sprechi di acqua lungo le condutture dell’acquedotto? Non dimentichiamo che ogni casa dell’acqua può arrivare a costare fino a 40 mila euro, più le bombole di anidride carbonica, il sistema di raccolta monetine e la manutenzione».
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400