L'ANALISI
14 Giugno 2014 - 09:40
Maria Grazia Maghini
CASALE CREMASCO — Non ce la fa nemmeno a parlare, si scusa con poche parole di circostanza e chiude la porta. Maria Grazia Maghini, 68 anni, fino al 26 maggio scorso sindaco del paese, ha vissuto minuti di vero terrore giovedì 12 nella notte, poco dopo l’una: si è trovata faccia a faccia con i banditi che le stavano svaligiando casa e si è vista puntare un seghetto appuntito alla gola. Il fatto è avvenuto in via delle Ronche che alle 2 era affollata dai carabinieri e dai vicini. Uno di loro ha sentito una specie di urlo soffocato, mentre era in corso la rapina. La vittima infatti è stata prima zittita con una mano sulla bocca e poi immobilizzata.
I ladri, l’una è passata da pochi minuti, sono all’interno della villetta e stanno rovistando nei cassetti (probabilmente sono gli stessi che hanno colpito in un’altra abitazione sempre a Casale: anche il quel caso, come vedremo, i proprietari erano in casa). Maghini se li trova di fronte svegliata dai rumori, urla, ma i due le sono subito addosso: uno le tappa la bocca e l’altro la immobilizza. Si tratta di delinquenti spietati, con poco da perdere e quindi molto pericolosi. Le puntano il seghetto alla gola e si fanno consegnare settecento euro, una scatola con monili d’oro e tre chitarre di pregio, per un bottino di circa 6 mila euro. Dopo le ultime minacce se ne vanno.
L’ex sindaco chiama immediatamente soccorsi. Arrivano i carabinieri che avviano le indagini e la caccia all’uomo che però darà esito negativo. Maghini è scossa, ma non ha riportato ferite: rifiuta di farsi visitare all’ospedale. Come detto poco prima un’altra abitazione è stata svaligiata: all’interno c’era una rumena di 46 anni che fortunatamente, è il caso di dirlo, non si è accorta dell’effrazione. I ladri hanno portato via alcuni oggetti di valore e la Saab 93 del marito che era parcheggiata in strada. Le indagini sono in mano ai carabinieri del nucleo Radiomobile di Crema e della stazione di Camisano: assoluto riserbo su quanto la Maghini ha raccontato dell’aggressione. Si sa solo che i banditi erano due e indossavano un passamontagna in volto. Pare scontato che la banda sia la stessa che ha colpito anche nell’altra casa viste le modalità e il fatto che abbiano agito senza preoccuparsi del fatto che nelle abitazioni vi fossero i proprietari.
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