SPINO D’ADDA — Un mese e dieci giorni per coprire 58 chilometri. In pratica 1,1 chilometri al giorno. L’esempio delle poste lumaca l’ha avuto sabato scorso Marco Mantovani, il segretario del gruppo Albatros, che da circa un mese attendeva la corrispondenza. Una missiva importante, spedita per via prioritaria, e che sarebbe dovuta giungere a destinazione in massimo tre giorni lavorativi. E che invece si è ritrovato in cassetta il 31 maggio. Non è il solo perché il problema della consegna della corrispondenza a Spino continua ad essere reale. A volte le lettere non arrivano, se va bene la consegna è ritardata e in casella ci si ritrova pacchi di carta tutti assieme. «È una situazione grave — spiega Mantovani — , di cui centri come Spino, estrema periferia della provincia di Cremona pagano maggiormente il prezzo di un sistema gestito a livello provinciale. Non dico che è sempre così: a volte la posta è puntuale, ma altre è un miracolo se arriva ciò che è atteso. I contratti a termine dei postini, sono solo un’aggravante di questo problema: il tempo che si abituano al giro e ai punti di consegna vengono sostituiti».