L'ANALISI
22 Marzo 2014 - 11:49
Autoscatti osé di ragazze minorenni fatti con il telefono cellulare e da postare poi su WhatsApp. Il caso si allarga e si scoprono altri particolari. E' una moda, un gioco dove le giovanissime studentesse si sfidano a chi è la più trasgressiva, la più provocante. Fra le più scaricate dai coetanei ci sono le immagini di una 14enne di Pandino. Le regole di questo gioco le racconta un 17enne. "Quello che so io è che tutto è partito da quattro o cinque ragazze che frequentano il Pacioli e lo Sraffa. Hanno mandato delle foto ai loro ragazzi, poi un po’ per vendetta per chi era stata lasciata e un po’ per gioco, sono circolate sui nostri telefonini. Alcune sono riconoscibili anche se hanno la faccia oscurata: io ho ‘beccato’ tre tipe che conosco, una del liceo Alighieri, una del Racchetti e una dell’Artistico. C’è stata una sfida fra le ragazze fra chi faceva vedere di più, a chi si mostrava più spogliata o in atteggiamenti... provocanti. In WhatsApp si creano i gruppi e questi gruppi attorno a queste fotografie si sono fatti sempre più numerosi: siamo in tantissimi ad aver visto e girato queste immagini. Non solo qui: le hanno viste perfino dei ragazzi in Irlanda...". Al commissariato di polizia di Stato è stato aperto un fascicolo e l'indagine ha stabilito che non ci sono reati: WhatsApp non è un sito, non funziona come un social network; non sono implicati adulti.
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