I panni sporchi? Si lavano al lavoro. Più che un’opportunità è una vera e propria rivoluzione di modi, tempi e ritmi di vita quella che il consorzio Arcobaleno, società a cui fanno capo una decina di cooperative cremasche, sta offrendo ai propri lavoratori. Grazie al progetto ‘Conciliazione famiglia-lavoro’, avviato attraverso un finanziamento regionale di 150mila euro, i novanta dipendenti della cooperativa Scacco matto e i settanta della Archimede possono infatti godere di servizi innovativi e fino a poco tempo fa impensabili sul posto di lavoro. La stireria per esempio, con tre persone (assunte appositamente dal consorzio) che ogni giorno ritirano gli abiti sporchi dei dipendenti e li restituiscono loro come nuovi, oppure il maggiordomo, una figura a disposizione per il disbrigo di piccole commissioni e pratiche urgenti in città (come andare in farmacia o all’ufficio postale). C’è anche la baby sitter, che a seconda delle esigenze può accudire i figli dei dipendenti a domicilio o sul posto di lavoro. Chi ha bambini può sfruttare anche l’attività del dopo scuola, mentre per la prossima estate è allo studio una sorta di Grest aziendale. Chi invece deve badare a parenti anziani o a persone disabili può sfruttare l’assistente domiciliare, ma anche frequentare il corso di formazione per imparare a prendersi cura nel migliore dei modi dei propri cari. «Tutti i servizi sono offerti gratuitamente — spiega Simona Scandelli, presidente del consorzio Arcobaleno — e puntano a conciliare il più possibile i tempi del lavoro con quelli della vita privata». Il catalogo delle opportunità si sta ampliando di settimana in settimana, cercando di andare incontro a tutte le esigenze dei dipendenti: «Al momento i servizi più richiesti sono quelli della stireria e della baby sitter — spiega Christian Fiorini, responsabile del progetto —, ma l’idea del Grest estivo per i figli sta già riscuotendo molto successo». Il Consorzio Arcobaleno è una delle poche realtà cremasche a sviluppare il tema della conciliazione, la prima a farlo in maniera così consistente e strutturata: «Ci avevamo provato già un paio d’anni fa grazie ad un bando della Camera di Commercio — precisa Fiorini —, ora questo importante contributo della Regione Lombardia ci permette di svilupparlo al meglio. Speriamo sia da esempio per molte altre realtà del territorio».