La richiesta è arrivata direttamente dal sindaco, Stefania Bonaldi: «Convocare una riunione straordinaria, dedicata al Cremasco, del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza», ossia il gotha delle forze di polizia locali, sotto la supervisione del prefetto Paola Picciafuochi. Summit di questo tipo hanno per la verità cadenza periodica e si svolgono (come accadrà anche nella prossima seduta) nel comune capo-comprensorio; ma solitamente vertono sull’intera provincia. E di qui la straordinarietà dell’istanza e ancora più del via libera giunto dal palazzo cremonese del governo. Sul tavolo del vertice, che con ogni probabilità si svolgerà già in settimana, c’è del resto la situazione dell’area nord-ovest della provincia sul versante della criminalità: una vera e propria «emergenza», per gran parte dei gruppi d’opposizione che siedono nell’aula degli Ostaggi; una «questione non certo appannaggio esclusivo del Comune», il tasto sul quale batte da mesi la leader di giunta, smarcandosi dall’assedio delle minoranze. Il tutto, con il picco del 2013 dei furti in abitazione a fare da volano e con dati — ufficiosi, ma accreditati a taccuino chiuso — che parlano di 800 incursioni in appartamenti e ville di Crema e della cintura, nei 12 mesi da poco affidati agli archivi. Il Cremasco, ad onor di cronaca, rappresenta la fetta di territorio nella quale l’incremento della cosiddetta ‘criminalità predatoria’ è stato più contenuto, ma solo in virtù di un trend già negativo. La media si attesta infatti su poco più di due razzie al giorno; sebbene il novembre scorso abbia fatto segnare un balzo in avanti, con punte fino a cinque ‘colpi’.