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I DESTINI SEGNATI DALLA GUERRA

Dall’Ucraina a Cremona con la musica nel cuore

Il violinista Puzankov, studente del Conservatorio, talento dell’archetto in fuga dal conflitto

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

13 Marzo 2025 - 05:25

Dall’Ucraina a Cremona con la musica nel cuore

CREMONA - «Non cerco più le notizie sull’Ucraina. Mi fanno troppo male e poi non sai ciò che è vero e ciò che non lo è. Ho letto che i russi sarebbero arrivati a Kamlanske, la città in cui sono nato. Ma non è vero. Cadono le bombe, ma per ora i russi non sono ancora lì, anche se il fronte non è lontano». Oleksandr Puzankov, ucraino, studente del Conservatorio Monteverdi, arrivato a Cremona nell’ottobre 2021: «Chi è rimasto in Ucraina mi racconta che si è arrivati al punto che sentir esplodere le bombe finisce col far cessare l’ansia, perché vuol dire che il bombardamento è finito — racconta —. La vita si divide fra l’allarme delle sirene e il deflagrare degli ordigni, con l’attesa che i russi arrivino nella mia città, mentre Karkiv mi dicono è un cimitero a cielo aperto».

Elegante, alto, con una folta barba e lo sguardo acceso, pieno di passione, le dita affusolate e un fisico longilineo, al suo fianco l’inseparabile violino: «Mi vesto in maniera classica, spesso al Conservatorio di Karkiv venivo scambiato per un professore — commenta —. Ma è il mio modo di essere, così mi sento a mio agio. Quando mi sono trasferito in Italia ho chiesto se usava vestirsi con giacca e cravatta. Così mi sento a mio agio. Mia nonna, che sta a Napoli, mi ha rassicurato che gli italiani apprezzano l’eleganza».

L’arrivo a Cremona è stato casuale, ma non così improvvido: «Avevo intenzione di venire in Italia già nel 2015, dovevo trasferirmi a Napoli, ma quando ho avuto tutto pronto è scoppiato il Covid — racconta —. Nel frattempo ho cominciato a studiare violino al Conservatorio e col mio maestro a fare piccoli interventi di restauro su archetti e strumenti. Mi era balenata l’idea di studiare liuteria, fare cinque anni di Conservatorio e poi di scuola di liuteria. Da questo programma a trasferirmi a Cremona è stato un attimo o quasi e l’ipotesi di Napoli è sfumata».

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«Sono partito nell’ottobre 2021, già c’erano venti di guerra. Si diceva che i russi cominciavano ad ammassare truppe al confine, ma nessuno voleva credere a quello che poi è successo. Quando sono arrivato a Cremona è stato uno shock. Vivevo a Karkiv, che è tre volte Milano. Poi era il 2021, con ancora forte la paura del Covid. Ricordo di essere arrivato all’ora di pranzo e di aver visto una città deserta. Mi sono fatto coraggio. Nei primi mesi passavo da un hotel all’altro e così ho conosciuto la città. Poi, con l’inizio delle lezioni tutto si è normalizzato. Anche se non è stato facile iniziare con storia della musica. Ho dovuto imparare in fretta l’italiano».

Con lo scoppio della guerra la tentazione di ritornare è stata fortissima: «All’inizio ero arrabbiato, sarei voluto tornare, poi è sorta la preoccupazione per i miei amici, la mia fidanzata che, per fortuna, è riuscita a venire in Italia, è a Padova che studia direzione di coro; mi ha raggiunto anche mia madre — racconta —. La musica mi dà la forza di continuare. Fra i primi che mi hanno dato fiducia c’è stato Fausto Cacciatori, del Museo del Violino, poi le occasioni per fare concerti con il Conservatorio sono state importanti. Questo mi ha portato a esibirmi con ensemble non solo cremonesi, ho suonato in sala Nervi, davanti a papa Francesco con un orchestra del Brasile. Le occasioni per esibirmi ci sono, bisogna continuare a suonare. La liuteria è passata in secondo piano, ora so che mi piacerebbe fare il musicista. A questo tendo. Tornare in Ucraina non è possibile, verrei subito mandato al fronte. Tengo per buono quello che mi ha detto la mia docente di cultura: c’è chi è chiamato a essere utile al popolo con la forza e i muscoli e chi con quello che sente e ha in testa. Questo un po’ mi consola. E poi, con il fisico che mi ritrovo, al fronte resisterei poco». Sorride con amarezza e imbraccia il violino per riprendere a suonare.

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