L'ANALISI
17 Aprile 2024 - 18:24
PANDINO - Il vento forte di ieri è la causa principale, ma il sistema adottato per favorire la crescita dei giovani alberi del nuovo bosco del paese non pare certo l’ideale. Sono in pericolo una decina degli oltre cento tra alberi, arbusti e cespugli, che andranno, una volta cresciuti, a formare il bosco di via Vignola. Si tratta degli esemplari più alti, dunque esposti maggiormente alle folate. Martedì sono finiti quasi a terra. Essendo piantumati in un terreno molto all’aperto, senza siepi o altre alberature, non hanno alcun riparo dal vento. I pali di bambù, posizionati per sorreggerli l’autunno scorso, in occasione della messa a dimora, vengono a loro volta abbattuti dalle raffiche. Il risultato sono giovani tronchi che si flettono sino a raggiungere il piano campagna.
Non accade la stessa cosa per arbusti e cespugli: essendo più bassi, non hanno subito le stesse conseguenze. Oggi l’operaio incaricato dal privato che ha in carico la manutenzione è dovuto intervenire per cercare di fissare nuovamente gli alberelli conciati peggio. Nel pomeriggio è tornato ancora il vento a mettere a dura prova la tenuta dei nuovi accorgimenti. Una situazione che andrà monitorata costantemente ogni volta che le raffiche si fanno intense.
La barriera verde tra le abitazioni e la provinciale Bergamina è stata voluta dal Comune, mettendo a disposizione un terreno di proprietà. Ne fanno parte ontani, aceri, carpini e arbusti come noccioli, salice grigio, biancospino e sambuco nero. Ci vorranno ovviamente anni, ma se ben curati, potranno dare origine ad un piccolo bosco urbano che si estenderà su un’area di 12.500 metri quadrati.
Fortunatamente le piogge abbondanti degli ultimi mesi ne hanno favorito l’attecchimento. Tutte le piantine presentano ora gemme e foglie verdi. Proprio martedì il privato, che per contratto con il Comune si deve occupare anche della manutenzione, ha effettuato un primo sfalcio dell’erba, cresciuta rapidamente in queste prime settimane primaverili. Il nuovo bosco urbano è un’opera di compensazione ambientale, imposta dall’ente di via Castello a carico di un’azienda che ha aperto un’attività di stoccaggio di rifiuti non pericolosi, in particolare pallet, nella zona industriale di via Milano, verso Nosadello. Il privato aveva investito 21.500 euro per il costo d’impianto del bosco e ne ha messi a disposizione altri 80mila euro per la manutenzione ventennale. Un accordo fondamentale, soprattutto per garantire un’irrigazione di sostegno, senza la quale, nel caso di estati calde come quella del 2022, le piante avrebbero ben poche speranze di sopravvivenza.
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