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CALCIO DILETTANTI: LA STORIA

Daniele Proch tra palla e giornalismo. Segna gol e scrive per Forbes

Il bomber trentino dell’Offanenghese si è laureato in comunicazione alla Duke University nel 2019. Gioca in Eccellenza per la squadra giallorossa e collabora con la rivista americana per la serie A

Gabriele Cogni

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redazione@laprovinciacr.it

07 Marzo 2023 - 05:10

Daniele Proch tra palla e giornalismo. Segna gol e scrive per Forbes

OFFANENGO - Con la maglia giallorossa dell’Offanenghese è grande protagonista della stagione di Eccellenza. Qualità, velocità, dribbling, assist. E molti gol: undici realizzati finora, cannoniere della squadra e tra i più prolifici del girone C. Daniele Proch è uno dei principali interpreti del campionato. Il rettangolo verde non è però l’unica espressione della forte passione dell’attaccante per il mondo del pallone. Fuori dal campo, lasciato lo spogliatoio di Offanengo, ecco che il suo nome diventa firma di articoli per Forbes, prestigiosa rivista americana: si occupa di una rubrica sulla serie A e sul calcio italiano. Una collaborazione nata durante gli anni negli Stati Uniti. Proch è stato studente-atleta, ha potuto costruire il suo percorso di studi universitari e in contemporanea continuare a fare il calciatore.

Trentino di Arco, classe 1996, Allievi e Berretti con il Sudtirol, una stagione in prestito in serie D al Dro, poi la scelta di cambiare il proprio cammino e di trasferirsi negli States. «Mi sono diplomato nel 2015 al Liceo Scientifico – ha raccontato Proch – e quell’estate, tramite mio cugino, mi è nata l’idea di partire per gli Stati Uniti con una borsa di studio scolastica e sportiva. Ho fatto varie ricerche, ho avuto l’opportunità e mi sono trasferito con il desiderio di continuare entrambe le strade ad alti livelli».

È approdato al Catawba College, in North Carolina, l’anno dopo l’ingresso alla Duke University, una delle più prestigiose negli Stati Uniti: com’è avvenuto il passaggio?
«Ho fatto il primo anno a Catawba e ho visto che anche a livello calcistico potevo fare bene, anzi volevo qualcosa in più. Mi sono informato per un trasferimento e sono riuscito a generare l’interesse di Duke: ho fatto un paio di provini e di colloqui, perché anche la parte accademica è valorizzata molto, e con una borsa di studio sono entrato nel 2017».

Qual è stato il percorso di studio che ha seguito?
«Mi ha sempre appassionato la comunicazione e in Duke ho frequentato un corso dedicato al giornalismo e ai media con mentori molto famosi, che mi hanno ispirato. La laurea a fine 2019».

Duke University è famosa per sportivi di altissimo livello, ne ha incrociati?
«Posso citare i giocatori di basket, sport che lì è una religione. Zion Williamson è arrivato nell’estate del 2018, i nostri spogliatoi erano a distanza di cinquanta metri e ci si incrociava con questi giganti della pallacanestro: noi li conoscevamo, loro sapevano che eravamo atleti e si scambiano due parole. Sono passati tanti altri atleti famosi. Tre dei primi dieci atleti del Draft Nba 2019 erano Duke».

A livello calcistico il suo percorso l’ha portata a firmare nel 2020 il contratto professionistico.
«Ho partecipato al Combine e al Draft Mls, che però non è andato come speravo. Mi sono subito rimesso in gioco ed è arrivata la chiamata del North Carolina Fc in serie B. Ho firmato per due anni».

Com’è il calcio americano?
«A livello di strutture e di organizzazione è ai massimi livelli. A livello di gioco invece manca ancora un po’, però c’è un influsso di stranieri che lo sta facendo crescere».

Com’è nata la prestigiosa collaborazione con Forbes?
«Il campionato negli States è da febbraio a novembre e nel 2020, dopo una partita, siamo stati bloccati per la pandemia. Ho cercato di sfruttare la laurea e tramite Duke University c’è stata l’opportunità di connettersi con Forbes. Ho fatto un paio di interviste e mi è stata data l’opportunità di scrivere con focus sulla serie A. Ho iniziato a ottobre 2020 e tuttora collaboro con la rivista americana scrivendo in inglese».

Ci sono interviste a cui si sente legato in modo particolare?
«Con Giuseppe Rossi alla Spal: i dieci minuti precedenti sono stati carichi di emozione, poi l’intervista, in inglese, è andata molto bene. In precedenza, avevo intervistato anche Joe Tacopina, presidente sempre della Spal, che si è dimostrato molto disponibile. Altre che mi hanno fatto piacere, più recenti, sono state ad esempio a Giorgio Chiellini, Alessandro Lucci, Matt Rizzetta, Gianluca Di Marzio, Fabrizio Romano».

Spazia quindi su argomenti ad ampio raggio del calcio italiano?
«Sì, senza dimenticare che i temi devono essere rilevanti all’audience americana e c’è la necessità di dare sempre un taglio economico seguendo la linea della rivista».

Lo scorso anno è stato relatore al Social Football Summit a Roma, evento di grande importanza per la football industry nel sistema dei social media. Qual è stato il tema proposto?
«Ho moderato il panel con il procuratore Andrea D’Amico, il presidente Joe Tacopina connesso da Los Angeles e Nicolò Zini di Inter Miami Fc. Il focus è stato sui diversi modelli di business negli sport americani ed europei. Un dibattito che è stato molto interessante».

Vive il calcio anche attraverso l’esperienza con Stadeo.
«Sono quasi due anni, tengo delle room live con ospiti italiani o internazionali e creo contenuti per Instagram».

Lei è inoltre founder del progetto studente-atleta.
«Siamo quattro soci ad averlo fondato nel 2021: l’obiettivo è di aiutare sportivi e sportive a ottenere borse di studio in America per un percorso simile al nostro. Promuoviamo i valori dello studio, dello sport e quell’esperienza formativa che è straordinaria».

Come mai la scelta di tornare in Italia?
«Terminata la prima stagione al North Carolina Fc, sono rientrato in Italia per un paio di mesi e nel frattempo ho ricevuto la comunicazione di svincolo per il passaggio della società dalla B alla C. Ho così deciso di rimettermi in gioco qui con l’esperienza al Caldiero in D. Mi sono accorto che da un lato mi mancava un po’ la cultura sportiva italiana e dall’altro riuscivo a far ugualmente il mio lavoro per Forbes, con anzi la possibilità di incontrare fisicamente le persone. Il legame con gli States rimane e in futuro vedremo».

A inizio stagione il suo arrivo all’Offanenghese: una realtà che ha scelto una filosofia insolita per il nostro calcio di Eccellenza, puntando su molti atleti stranieri.
«È stata una bella sfida, che sotto tanti punti di vista abbiamo affrontato nel migliore modo possibile, consapevoli che abbiamo ancora da migliorare».

Qual è il suo obiettivo sportivo a breve termine?
«Riuscire a centrare i playoff con l’Offanenghese e voglio dare il massimo per aiutare la squadra. Non è un periodo favorevole, ma stiamo lavorando bene, remiamo tutti dalla stessa parte e ci sono le condizioni per tornare a ingranare e risalire».

Per quanto riguarda le esperienze nella comunicazione, come vede il suo futuro prossimo?
«Sempre alla ricerca di stimoli continui — conclude Proch — per incontrare persone da cui imparare e su cui scrivere pezzi interessanti per fornire prospettive diverse. E cercare nuove opportunità per fare altre esperienze in un mondo in continuo sviluppo».

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