L'ANALISI
IMPEGNO E TALENTO
11 Febbraio 2023 - 05:15
Alessandra Lazzari
CASALMORANO - «Essere una donna manager di 100 dipendenti? Per me significa futuro. E non essere una mosca bianca: le donne hanno già ampiamente dimostrato di essere delle ottime scienziate, delle ricercatrici eccezionali e delle manager competenti». Nella Giornata delle Donne nella Scienza, Alessandra Lazzari, quarantenne cremasca manager e ingegnere per la multinazionale delle sementi Syngenta, per cui dirige e cura il settore produttivo alla sede di Casalmorano, racconta la sua storia fatta di impegno e talento. E la sua esperienza diventa un appello. «Alle bambine di oggi dico sempre: non impeditevi di sognare».
Donna, scienziata e cremonese. Formula del successo? Certamente uno stile di vita. Una passione nata sin da piccola: «Mi sono sempre piaciuti tantissimo gli argomenti scientifici — racconta Lazzari — mi piaceva capire come funzionassero le cose e come farle funzionare meglio. Spesso le materie scientifiche sono considerate poco femminili, ma questa è una concezione profondamente sbagliata. Io non sapevo esattamente cosa avrei fatto da grande, ma ero sicura che avrei lavorato nel settore scientifico». E non uno qualsiasi. Anzi, per una cremonese, il settore dell’eccellenza assoluta, quello dell’orgoglio Made in Torrazzo: «Noi siamo il punto zero della filiera agroalimentare, produciamo le materie prime che poi esportiamo in tutto il mondo — spiega Lazzari parlando del suo approdo nel colosso svizzero dei semi e della chimica —: il mio background culturale, in questo senso, è fondamentale, perché permette di valorizzare le eccellenze del territorio in un’ottica globale».
E, anche grazie al suo lavoro, infatti, Casalmorano è diventato un punto di riferimento nel mondo: «Qui ci occupiamo di ibridi di mais e garantiamo le forniture per tutto il Sud Europa e per il bacino Mediterraneo. Syngenta è presente in oltre 90 Paesi, ma — afferma la scienziata-manager — non ho difficoltà ad affermare che quello di Casalmorano è sicuramente un hub strategico».
C’è chi direbbe «cervellona». Ma la realtà è che l’attaccamento alla sua terra e alle sue origini è forte. E ha giocato un ruolo chiave nella carriera di Lazzari: «Non esiste niente di più locale dell’agricoltura. Per noi che lavoriamo nel settore dell’agrifood, il territorio è fondamentale. Dipendiamo in senso letterale dalla natura, dai suoi cicli, dalle specificità della terra sulla quale lavoriamo».
La storia, insomma, di chi partendo dalla provincia ha conosciuto il mondo e ce l’ha fatta, anche contro gli stereotipi di genere. Ma la strada, per la cremasca, è ancora lunga e ricca di messaggi da lanciare: «Da bambina avevo tantissimi sogni, ma mai avrei pensato di riuscire a ricoprire una posizione simile. Per il futuro, spero di poter crescere e di potermi sempre divertire in quello che faccio. Soprattutto — chiosa — poter consigliare e dare supporto a ragazze e donne timorose nell’accettare sfide in ambiti maschili, sarebbe un piacere».
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