L'ANALISI
21 Novembre 2022 - 05:00
CREMONA - Che i rincari degli ultimi mesi, a cominciare da quelli legati alle utenze domestiche, fossero una mazzata non c’erano più dubbi, oramai da mesi. Adesso i numeri danno la portata, anche a livello locale, di quello che qualcuno ha già definito il più grande attacco al budget delle famiglie dagli anni Settanta. L’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda due voci del paniere, cibo e bevande da un lato, luce e gas dall’altro, elaborando i dati Istat resi noti in settimana e relativi al mese di ottobre.
Cremona non si trova nelle prime posizioni, quelle occupate dalle città che fanno registrare i rincari maggiori. Per i prodotti alimentari l’incremento a Cremona è stato del 12,6% contro il 13,5% della media nazionale (il dato che riguarda tutta Italia), un dato che colloca Cremona al 34º posto. Qui la classifica è guidata a pari merito da Macerata e Cosenza (+16,9%) mentre tra le dieci città più virtuose, quelle con i rincari più bassi, prevalgono quelle del Nord (le ultime tre sono, partendo dal basso, Bergamo, Como e Biella rispettivamente con 10, 10,2 e 10,5 per cento).
Il «salasso» arriva con energia elettrica, gas e altri combustibili, voce che include gas, luce (mercato libero e tutelato), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi. Se in Italia il rialzo in ottobre è stato pari al 135%, con una stangata a famiglia pari in media a 1.820 euro in più su base annua, in alcune città delle 80 monitorate si è superato addirittura il 160%. Cremona ha fatto registrare un +145,2%, che la colloca al 27º posto. Le città dove si registrano i maggiori rincari sono Perugia (+163,8%), Terni (+160,7%), e Teramo (+152,2%). Appena fuori dal podio Bologna (+151,7%) e Lodi (+151,2%). All’opposto ci sono, partendo dal basso, Potenza (96,1%), Aosta (+98,3%) e Napoli (+108,3%). Gli autori del report segnalano il netto miglioramento di Bolzano, che dopo aver vinto per ben due volte la classifica delle città «cattive», ora, pur collocandosi sopra la media italiana, è «solo» in 37ª posizione con +139,3%.
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