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CREMA. I NODI DELL'ACCOGLIENZA

Trenta migranti in arrivo? Il Comune: non lasciateci soli

Si prospetta la destinazione in città dei minori non accompagnati, appello dell’assessore al Welfare

Piero Zanoni

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pzanoni@laprovinciacr.it

13 Novembre 2022 - 05:15

Trenta migranti in arrivo? Il Comune: non lasciateci soli

CREMA - Trenta minorenni stranieri non accompagnati in arrivo a Crema: se nelle prossime ore i rumors trovassero anche solo una parziale conferma, tutto il sistema dell’accoglienza gestito dal Welfare cremasco, già abbastanza sotto stress, rischierebbe di andare in tilt. «I Comuni non vanno lasciati soli quando si parla di minori stranieri non accompagnati. Stiamo parlando di un fenomeno complesso, fondamentalmente di vittime di una tratta. A Crema adesso non c’è un’emergenza al riguardo, ma non è detto che non possa presto accadere». Le parole di Anastasie Musumary, assessore al Welfare del Comune di Crema, suonano allo stesso tempo come un appello e come un auspicio.

«Per ora — sottolinea — stiamo parlando di dodici giovani, gran parte dei quali egiziani dai 15 ai 17 anni, e poi ce ne sono altri quattro che hanno raggiunto la maggiore età, ma che devono essere tutelati fino ai 21 anni in seguito a un provvedimento amministrativo del giudice. La normativa ci obbliga come Comune a provvedere a questi ragazzi sotto tutti gli aspetti, da quello dell’ospitalità a quello formativo ed educativo».

E qui cominciano i problemi. A partire da quello economico. Ogni giovane costa all’ente locale dagli 80 ai 150 euro al giorno, a seconda del luogo ove viene accolto. L’altro aspetto è che i minori non possono ovviamente essere mandati in posti qualsiasi, bensì in strutture protette che offrono ampie garanzie, con personale preparato e specializzato.

Questi centri sono pochi e spesso già affollati, quindi capita anche che gli assistenti sociali cremaschi siano costretti a rivolgersi in altre province. Ogni adolescente in capo al Welfare cremasco (cosa che vale ovunque, peraltro) deve essere accolto, nutrito, vestito, seguito psicologicamente, formato a livello scolastico.

«Tutto ciò incide sui nostri bilanci — ribadisce Musumary —: quest’anno parliamo di 75 mila euro per gli under 18, e di circa 29 mila euro per i maggiorenni. Da settembre, intanto, la Prefettura di Cremona contribuisce con 60 euro al giorno, ma solo per i minorenni».

Meglio di niente, verrebbe da dire. Senonché non è sempre o solo una questione di soldi. «C’è un problema di gestione da rivedere — sostiene l’assessore — : c’è bisogno di più coordinamento con le Forze dell’ordine, con l’Ambito e la Prefettura. Il fenomeno di questi arrivi è preoccupante: l’ultimo, sempre un giovane egiziano, è di pochi giorni fa. Per fortuna il nostro Comune può contare sull’appoggio del Terzo settore, col quale ci confrontiamo e collaboriamo. Penso alla Caritas, che ci dà una mano notevole, con cinque minorenni accolti».

L’impegno è costante, poiché i ragazzi devono essere seguiti dagli stessi assistenti sociali. «Sono giovani che hanno bisogno d’aiuto e cercano in Italia futuro e prospettive — conclude Musumary —. Un serio problema è che nel nostro Paese non ci sono politiche chiare sulla migrazione e sulla gestione dei flussi. Crema al riguardo è sempre stato e lo è tuttora, un Comune virtuoso, ma se ci abbandonano a noi stessi, e non parliamo solo di soldi, la situazione rischia di diventare esplosiva».

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