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I CREMONESI IN PARLAMENTO

Ancorotti: «Io, un neofita... Che emozione!»

L’imprenditore eletto al Senato con FdI dopo la prima settimana a Palazzo Madama: «Mi sto ambientando»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

31 Ottobre 2022 - 05:00

Ancorotti: «Io, un neofita... Che emozione!»

Renato Ancorotti

CREMA - La prima settimana è stata di ambientamento, l’occasione per conoscere un po’ meglio i colleghi – «Ancora non ho avuto tempo di parlare con tutti» – e per farsi un quadro generale. Renato Ancorotti, 66enne senatore cremasco e imprenditore della cosmesi, traccia un bilancio del suo esordio a palazzo Madama. «Mi sto ambientando – sottolinea –: io sono un neofita. Ci vorrà un po’ di tempo».

Ancorotti, eletto per Fratelli d’Italia nel collegio che comprendeva anche il territorio provinciale, era ovviamente in aula in occasione della fiducia al governo Meloni: «Ho seguito con molto interesse il dibattito. Tra gli interventi che ho apprezzato di più quello di Silvio Berlusconi, che ha dato un appoggio pressoché incondizionato al governo. Ha dimostrato di essere ancora molto energico e propositivo. Non mi è invece piaciuto ciò che ha detto Roberto Scarpinato dei Cinque Stelle: è stato noioso, citando dieci volte il Fascismo che, ricordo, è finito 77 anni fa. Matteo Renzi l’ho trovato ironico. Il discorso di Ilaria Cucchi è stato toccante, anche per il suo ricordo della morte del fratello Stefano». Per Ancorotti il governo potrebbe avere sostegni su singoli temi anche dalle opposizioni.

«Ad esempio dal Terzo polo, che non ha ovviamente votato la fiducia, ma su alcuni provvedimenti ci potrebbero essere delle convergenze. Tra gli altri voti contrari, è stato soprattutto quello dei Cinque Stelle che mi è parso pregiudiziale». Trascorso il ponte di Ognissanti, i lavori parlamentari riprenderanno mercoledì. Attese le nomine dei sottosegretari e poi il quadro dovrà completarsi con le commissioni. Ancorotti spera di far parte di quella dedicata all’Industria.

«Uno dei miei obiettivi – prosegue – è la tutela del made in Italy. Sappiamo che l’Unione Europea sta progettando di eliminare le confezioni monodose, un packaging che era stato invece spinto durante la pandemia per ovvie ragioni di igiene. Adesso si punta a confezioni più grandi in quanto comportano meno consumo di materiali. Ciò creerebbe enormi difficoltà a migliaia di aziende italiane, nella cosmesi come nel settore alimentare. Siamo tutti d’accordo che i rifiuti vadano ridotti e in Europa da tempo si lavora per ottimizzare la transizione ecologica, diminuendo il consumo di materiali anche per il packaging e puntando su soluzioni riciclabili. Ricordiamoci però dei Paesi che più inquinano, come Usa, India e Cina. Servono accordi con questi Stati. L’Europa non può percorrere questa strada da sola. Altrimenti qui le aziende chiudono per i problemi energetici e imposizioni che tagliano le gambe, ma nel contempo dobbiamo importare gli stessi prodotti dalla Cina, dove utilizzano il carbone come fonte energetica».

Altro tema che richiede massima attenzione, è la produzione di pannelli solari. «Favoriamo anche qui il made in Italy a dispetto di quelli in arrivo da altri Paesi – conclude il senatore –: ci vuole una strategia industriale dell’energia. Non è autarchia, ma si tratta di essere più indipendenti rispetto a situazioni globali per non rischiare di trovarsi in futuro con una crisi come quella che stiamo attraversando, dovuta anche all’eccessiva dipendenza dal gas russo».

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