Un romanzo coraggioso e sorretto da una scrittura originale: Viola Di Grado racconta la storia di un suicidio e di ciò che segue. Una folgorante invenzione della vita dopo la morte: la nostalgia, l'amore, la frequentazione 'fantasmatica' delle persone care, la solitudine e l'incomunicabilità, in un aldilà cupo e ribollente, senza pelle e senza sensi, dominato da una natura crudele, che sfalda i corpi, ma anche da una vita ostinata che a questa morte si sottrae. Un romanzo che fa paura: la disgregazione dei corpi, la sopravvivenza dell''anima', la tristezza e il rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi ma continua a incedere e spiare, vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vederti e sentirti ma i morti restano all'erta, impauriti, in ascolto. Viola Di Grado, 25enne catanese vincitrice del premio Campiello 'Opera prima' con la sua opera d'esordio 'Settanta acrilico trenta lana' - libro rivelqazione del 2011- si definisce una 'guerriera dell'arte' ed è una tra le firme più originali e forti del panorama letterario giovanile italiano, ne parlerà a Crema, al Caffé Letterario, la sera di lunedì 13 maggio, sul palcoscenico del Teatro San Domenico. A condurre la serata sarà Adriano Cadregari mentre la consueta colonna sonora dell'incontro sarà a cura della violoncellista Irene Alzani. L'appuntamento è per le 20.45, l'ingresso è come sempre libero e, da tradizione dell'associazione culturale cittadina, a tutti i presenti verranno offerti caffé e pasticcini.