L'ANALISI
02 Aprile 2021 - 21:26
CREMA (2 aprile 2021) - La liturgia della Passione, secondo la narrazione del quarto evangelista. Il racconto che fa Giovanni delle ultime ore di Gesù ha caratterizzato la messa del venerdì santo in Cattedrale, officiata dal vescovo, Daniele Gianotti, affiancato da sacerdoti e diaconi della Diocesi. «Nel Vangelo di Giovanni — ha spiegato il presule nell’omelia — Gesù muore dopo aver detto ‘è compiuto’: si tratta di un sasso gettato nell’acqua immobile, che genera cerchi sempre più alti. Si compie il tempo della passione, le scritture e con esse il disegno di Dio, la promessa che Gesù fece di proteggere i suoi discepoli, la missione per la salvezza del mondo, quel mondo che rifiuta il Figlio e lo mette in croce, ma per il quale Dio lo ha mandato». Gianotti ha sottolineato come l’evangelista ricordi a tutti «che la vera Pasqua è Gesù stesso. Solo con lui si può dire tutto è compiuto». L’esperienza umana è invece ben diversa. «Noi facciamo spesso i conti con l’incompiutezza, progetti, esperienze umane, opere — ha concluso il vescovo —: anche la vita di Gesù si potrebbe dire sia incompiuta, il successo che ha avuto umanamente parlando è stato così scarso, la sua fine così ignobile, eppure lui dice ‘è compiuto’: sigilla così una pienezza che nessun’altra realtà può raggiungere perché il compimento è raggiunto dal fatto che lui è il figlio che di suo ha tutto e solo ciò che riceve dal Padre e nulla trattiene per sé. Così egli compie la volontà del Padre e a tutti assicura il compimento, che non si identifica con il successo mondano. Nulla andrà perduto del nostro lavoro, dei nostri affetti, dei nostri progetti e fallimenti, se stando, noi povera gente, vicini alla croce sapremo come lui e per mezzo di lui consegnare noi stessi al Padre».
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