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«Chiusi da sette mesi, diamo voce al Pilates»

La testimonianza di Freri: «Noi in balìa dei codici Ateco, così si vanificano anche le cure»

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

28 Gennaio 2021 - 07:14

«Chiusi da sette mesi, diamo voce al Pilates»

CREMA (28 gennaio 2021) - Bar, ristoranti e palestre sono solo la punta dell’iceberg. Piegate dalla rigidità dei Dpcm, esistono anche molte altre attività, di cui si parla meno ma che vivono le stesse identiche sofferenze. Anzi, non potendo contare su formule alternative come asporto e delivery, pure peggiori. È il caso dei centri studi pilates, strutture in cui si pratica ginnastica posturale, preventiva e riabilitativa, alle quali le persone si rivolgono non tanto, o comunque non solamente, per rimettersi in forma, ma su prescrizione medica. Le restrizioni anti Covid le hanno chiuse, una seconda volta, a fine ottobre, e i gestori sono allo stremo della resistenza. Emblematica la testimonianza di Gaia Freri, castelleonese, titolare di Relaxation Studio Pilates con sede in via XX Settembre a Crema. «Negli ultimi undici mesi abbiamo lavorato solo da metà maggio a fine ottobre; prima e dopo, in entrambe le ondate, siamo sempre rimasti chiusi. E al di là del forte disagio di noi titolari, economico ma non solo, esiste un problema che a mio parere viene trascurato: ci sono clienti che necessitano, su indicazione di ortopedici o fisiatri, di esercizi riabilitativi o correttivi per curare discopatie lombari o cervicali, fibromialgia e altre patologie, che invece sono costretti a rinunciarvi. Il paradosso è che gli specialisti continuano a prescrivere ginnastica posturale ai loro assistiti, ma noi non possiamo accoglierli».

La falla, come in altri settori, ad esempio le agenzie viaggi, è da ricercare nei Codici Ateco: «Noi laureati in scienze motorie non abbiamo un albo professionale al quale iscriverci e non siamo equiparati ai fisioterapisti, con i quali però lavoriamo in stretta sinergia: pur attraverso percorsi diversi, perseguiamo le stesse finalità, ovvero rieducare la postura e quindi articolazioni e muscoli, ricercando il benessere dei clienti. Chi ci obbliga a restare chiusi ho l’impressione che non conosca minimamente l’attività che svolgiamo. Pertanto l’appello che mi sento di lanciare è di rimodulare l’attribuzione dei Codici Ateco, adeguandoli meglio alle singole professioni».

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