L'ANALISI
DIOCESI DI CREMA
23 Dicembre 2020 - 10:26
Il vescovo di Crema Daniele Gianotti
di Daniele Gianotti✠
Fissando lo sguardo sul presepio, provando a distogliere per un momento gli occhi dalle mille preoccupazioni, dalle angosce e incertezze che ci affliggono da ormai quasi un anno, che augurio sento rivolto a me, perché lo trasmetta a tutti i fedeli della Diocesi di Crema, a tutte le donne e uomini di buona volontà che vivono in questa terra? Quello della parola dell’angelo ai pastori, impauriti per l’apparizione notturna dei messaggeri celesti: “Non abbiate paura!” (cf. Luca 2,10).
Non abbiate paura: e, anzi, andate verso il presepio, andate a vedere il segno che Dio vi offre. Andate, troverete Maria, Giuseppe e il bambino posto nella mangiatoia (cf. 2,16). Da ciascuno di loro riceviamo una parola, un’indicazione per superare le nostre paure.
Dal bambino Gesù riceviamo la certezza che Dio è presente nel cuore della nostra vita, della nostra storia, e questa presenza, accolta nella fede, è già antidoto contro la paura. Al bimbo spaventato, o al malato che soffre in ospedale, tante volte basta, per superare la paura, la certezza di una presenza, sapere che qualcuno è lì con te e non ti abbandonerà, qualunque cosa succeda. È la certezza che il Natale suscita in noi: Dio è qui, con noi, e non ci abbandona.
Da Giuseppe, l’uomo giusto, riceviamo un secondo antidoto per le nostre paure: l’invito a farci carico delle nostre responsabilità, pensando agli altri prima che a noi stessi, con «coraggio creativo», come dice il Papa nella sua recente lettera dedicata al padre terreno di Gesù. Anche Giuseppe deve affrontare la paura: non lo fa lamentandosi, né nascondendosi, ma dandosi da fare, in silenzio e con impegno. Nel tempo della pandemia abbiamo ricevuto tanti esempi di questa responsabilità piena di coraggio: sono un dono, e anche un invito a impegnarci per il dopo; perché ci sarà un dopo-pandemia, e non sarà meno impegnativo delle ore presenti. Non abbiamo tempo da perdere con la paura, se vogliamo risollevarci e risollevare chi ci sta intorno, vicino o lontano che sia.
Da Maria, che «custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (2,19), impariamo che per vincere la paura abbiamo anche bisogno di crescere in una sapienza che cerca di capire, di trovare un senso a ciò che è accaduto e ancora ci accade. Non ci liberano dalla paura i giudizi affrettati e sommari, le dietrologie, la confusione, l’eccesso di informazione, il complottismo, la rissa permanente… Aiutiamoci gli uni gli altri, invece, a comprendere, a trovare un senso: da credenti, invochiamo la sapienza di Dio, che risplende in Gesù Cristo. Abbiamo bisogno non soltanto di fare, ma anche di pensare e condividere nel dialogo il frutto della nostra riflessione, se non vogliamo rimanere schiavi delle paure.
Queste, all’incirca, sono le riflessioni che ho anche proposto nella Lettera per il Natale, inviata a tutta la diocesi, col titolo «Non abbiate paura». Questo il mio augurio: la venuta del Figlio di Dio nella nostra umanità ci liberi da ogni paura, per poter cooperare con cuore libero e generoso, in questo tempo difficile, alla crescita di un mondo sempre più degno di Dio e dell’uomo.
Buon Natale!
✠ Vescovo della Diocesi di Crema
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