L'ANALISI
17 Dicembre 2020 - 09:08
SPINO D'ADDA (17 dicembre 2020) - «L’amministrazione vuole davvero che sul forno crematorio decidano gli spinesi? Allora convochi prima il referendum consultivo e solo in un secondo momento, risultati alla mano, presenti istanza in Regione, come ente capofila del Cremasco, per ottenere il via libera alla costruzione dell’impianto». A sollecitare la giunta a invertire la procedura è il capogruppo di minoranza Paolo Riccaboni. Sabato mattina la lista «Progetto per Spino» sarà in piazza XXV Aprile per dire «no» al tempio e informare i cittadini. Riccaboni, che ha presentato una mozione in merito, da discutere nel consiglio di sabato pomeriggio, prosegue: «Il sindaco Luigi Poli e il vice Enzo Galbiati sanno del forno da costruire tra cimitero e Paullese da luglio, ma sinora non si sono mossi per modificare il regolamento comunale sulle consultazioni, che al momento non consente di convocare un referendum nell’anno delle elezioni, dunque nel 2021, quando gli spinesi dovranno votare il nuovo consiglio. Si andrebbe al 2022».
Spino e i Comuni cremaschi dell’Area omogenea, sono già una quarantina quelli che hanno dato l’ok all’impianto, dovranno presentare l’istanza in Regione entro fine mese. Se arriverà l’ok dalla Lombardia, partirà il progetto vero e proprio: «Pronto a fermarsi – ha assicurato Aldo Casorati presidente dell’Area omogenea – in caso di vittoria del no al forno nel referendum spinese». Per Riccaboni restano troppe ombre. «Innanzitutto lo studio ambientale sul presunto non inquinamento del forno, commissionato al tecnico dalle due società che dovranno costruirlo».
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