L'ANALISI
28 Novembre 2020 - 08:23
CREMA (28 novembre 2020) - Si dice preoccupata Elisabetta Buscarini, primario del reparto di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Crema, nonché presidente Fismad, la Federazione italiana società malattie apparato digerente. I numeri snocciolati dall’ente che presiede parlano infatti chiaro. Dati nazionali, ma che si possono tranquillamente calare nella nostra provincia, che tra l’altro vanta un triste primato: ha la maggior incidenza di tumori legati all’apparato digerente di tutta la Lombardia. Eccoli, i dati: da marzo a maggio la pressione da Covid-19 sul Sistema sanitario nazionale ha pesato in modo preoccupante sulla prevenzione del cancro colorettale, con un calo del 54,9% nello screening preventivo (585.287 esami in meno) ed un ritardo medio di tre mesi nella diagnosi. E ancora: 645 tumori non diagnosticati e 3.890 polipi non asportati.
Il risultato? Il protrarsi del blocco degli screening per tempi superiori ai 6 mesi porterebbe ad un aumento del 3% dei casi avanzati e per blocchi superiori ai 12 mesi la mortalità a 5 anni aumenterebbe del 12%.
«Ci sono persone — incalza il medico — che vedono il sangue nelle feci e non si sottopongono ad accertamenti. Pensano solo al Covid, ma le malattie che c’erano prima ci sono anche oggi. Ci sono in Italia, come a Crema. E infatti a livello nazionale ogni anno in 800 mila vengono ricoverati per patologie legate all’apparato digerente. E se si prendono in considerazione tutte le persone che sono in un letto di ospedale, ogni dieci una presenta queste patologie». Numeri che danno l’esatta dimensione.
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